Bruxelles – E sono otto. Quando manca meno di un anno alla conclusione del mandato dell’esecutivo Ue guidato da Ursula von der Leyen, si registra una nuova defezione tra le fila del Collegio dei commissari, la quarta da inizio anno. La commissaria per i Partenariati internazionali, Jutta Urpilainen, ha annunciato ieri (19 novembre) la propria disponibilità a presentarsi alle elezioni presidenziali in Finlandia di inizio 2024 come candidata socialdemocratica.
Dopo mesi di riflessione a seguito della richiesta da parte dell’ex-premier e presidente ad interim del Partito Socialdemocratico, Sanna Marin, la commissaria europea in quota finlandese ha sciolto le riserve nel corso dell’ultima riunione del Consiglio di partito: “Voglio che noi finlandesi continuiamo a impegnarci per non lasciare indietro nessuno, è per questo che sono disponibile come candidata alle elezioni presidenziali”. Povertà, clima e disuguaglianze sono questioni da affrontare “insieme al Sud globale”, ha messo in chiaro Urpilainen, richiamandosi al suo attuale incarico al Berlaymont. Tutto ciò a prescindere dal fatto che i capi di Stato in Finlandia supervisionano sì le relazioni estere, ma le questioni a livello Ue sono gestite dal primo ministro e dal governo (che attualmente sono in mano a una coalizione di destra).
Le elezioni per il mandato presidenziale di sei anni si terranno il 28 gennaio 2024, con eventuale ballottaggio l’11 febbraio. L’attuale capo di Stato, Sauli Niinistö (indipendente ma sostenuto dal 2012 dal Partito di Coalizione Nazionale di centro-destra), è ancora popolare tra i finlandesi, ma non potrà ricandidarsi dal momento in cui ha raggiunto il limite di due mandati. Secondo i sondaggi, in testa alle preferenze degli elettori c’è il candidato della Lega verde ed ex-ministro degli Esteri nel governo Marin, Pekka Haavisto, in vantaggio rispetto al candidato del Partito di Coalizione Nazionale ed ex-premier tra il 2014 e il 2015, Alexander Stubb. Completano il quadro Urpilainen e altri sei candidati: “Ci sono 70 giorni davanti a noi, faremo una campagna che sarà notata”, ha assicurato l’attuale commissaria europea.
A proposito del ruolo ricoperto da Urpilainen a Bruxelles, la stessa candidata socialdemocratica ha reso noto che il calendario per la sua partecipazione al voto alle presidenziali in Finlandia è stato concordato con la Commissione Europea. A partire dal prossimo 2 dicembre – la data che segnerà l’inizio ufficiale della campagna elettorale a Helsinki – Urpilainen sarà in congedo non retribuito per la durata della campagna di candidatura, proprio come la sua collega danese e vicepresidente responsabile per la Concorrenza e la politica digitale, Margrethe Vestager. Il tredicesimo (o tredicesima) presidente della Finlandia entrerà in carica a inizio marzo 2024, quando sarà ufficiale se Urpilainen lascerà definitivamente Bruxelles oppure riprenderà il proprio portafoglio, dal 2 dicembre temporaneamente affidato a un altro membro del Collegio.
Oltre a Urpilainen, tutti gli addii al Berlaymont
Perché non approvati o per abbandono dovuto a questioni personali o elettorali, sono otto i commissari e le commissarie che hanno abbandonato – definitivamente o temporaneamente – il proprio posto nel Collegio così come originariamente concepito dalla presidente von der Leyen nel 2019 per il mandato quinquennale. Quasi un terzo dell’intera squadra iniziale, il cui numero di membri scende in modo provvisorio a 25 con i congedi di Urpilainen e Vestager.
Le prime defezioni sono arrivate per ‘leggerezze’ di von der Leyen immediatamente con la presentazione della sua squadra di commissari. La commissione giuridica (Juri) del Parlamento Europeo a fine settembre 2019 aveva deciso di bocciare i nomi concordati tra la presidente dell’esecutivo Ue e i governi di Romania e Ungheria: la romena Rovana Plumb (S&D) e l’ungherese László Trócsányi (Ppe) erano stati considerati “non in grado di esercitare le proprie funzioni conformemente ai trattati e al codice di condotta”. Due settimane più tardi era stata bocciata anche la francese Sylvie Goulard per ripicche politiche degli eurodeputati nei confronti di Parigi. Un anno più tardi, nel pieno della crisi sanitaria Covid-19, il commissario irlandese per il Commercio, Phil Hogan, era stato ‘pizzicato’ a non rispettare le regole di confinamento e il governo di Dublino l’aveva spinto alle dimissioni: la sua carica è stata rilevata dal vicepresidente Valdis Dombrovskis, mentre l’irlandese Mairead McGuinness è subentrata come responsabile del portafoglio per i Servizi finanziari.
L’altra metà delle defezioni è arrivata tutta nel 2023. Per prima è stata la commissaria bulgara per per l’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e la gioventù, Mariya Gabriel, dimessasi a metà maggio per puntare alla carica (poi concretizzatasi) di vicepremier e ministra degli Esteri in Bulgaria. Il suo passo indietro aveva reso necessaria una redistribuzione degli incarichi al Berlaymont: alla vicepresidente esecutiva Vestager era toccato quello dell’innovazione e la ricerca, mentre al vicepresidente per lo Stile di vita europeo, Margaritis Schinas, quello dell’Istruzione, cultura e gioventù. Il tutto si è reso ancora più complicato con il congedo temporaneo richiesto e ottenuto dalla stessa vicepresidente Vestager per correre come candidata della Danimarca per la presidenza della Banca europea per gli investimenti (Bei): tutto il pacchetto dell’ex-commissaria Gabriel è passato al vicepresidente Schinas, fino al momento dell’entrata in carica della sostituta bulgara, Iliana Ivanova. I file di competenza di Vestager sono invece stati distribuiti tra il commissario per la Giustizia, Didier Reynders (Concorrenza), e la commissaria per i Valori e la trasparenza, Věra Jourová (Politica digitale).
Prima del nuovo congedo temporaneo – quello della commissaria Urpilainen – ad agosto sono arrivate le dimissioni ufficiali del vicepresidente esecutivo responsabile per il Green Deal Europeo, Frans Timmermans, dopo essere stato scelto nei Paesi Bassi alla guida della coalizione formata dal partito di centrosinistra Partito del Lavoro e della Sinistra Verde GroenLinks in vista delle elezioni parlamentari del 22 novembre. Anche in questo caso von der Leyen ha diviso in due le deleghe di Timmermans: l’incarico di responsabile per il Green Deal europeo è stato assegnato al vicepresidente per le Relazioni interistituzionali, Maroš Šefčovič, il quale è stato nominato ad interim anche commissario per il Clima, fino alla nomina del nuovo commissario olandese, Wopke Hoekstra.