Bruxelles – Un’Europa più giusta e democratica è un’Europa protagonista e responsabile nei confronti dei lavoratori. La Confederazione Europea dei Sindacati (Ces) ha ufficialmente preso posizione rispetto alle prossime elezioni europee del 2024 – si voterà dal 6 al 9 giugno – considerate ‘le più importanti degli ultimi anni’, perché determineranno un cammino su una di due direttrici divergenti: ‘progresso e solidarietà come fatto in risposta alla crisi di Covid-19, sostenendo le lavoratrici e i lavoratori e le loro comunità in tutto il continente, o se si tornerà alle politiche di austerità, attaccando le lavoratrici e i lavoratori’.
Il pericolo dichiarato esplicitamente dall’organizzazione che riunisce 93 sindacati e 10 federazioni in rappresentanza di oltre 45 milioni di lavoratrici e lavoratori di tutti i paesi membri è l’avanzata dell’estrema destra che ‘afferma falsamente di sostenere le lavoratrici e i lavoratori quando, in realtà, attacca i sindacati e i diritti democratici, smantellando in particolare i diritti umani e delle donne’.
Ieri (15 novembre) in Parlamento europeo la Ces ha presentato il Manifesto per le elezioni del 2024 focalizzato sull’importanza di realizzare un giusto accordo per le lavoratrici e i lavoratori e articolato in 12 punti. A ribadire l’urgenza di un accordo tra tutte le forze progressiste e di sinistra in vista del voto, erano presenti i rappresentanti dei gruppi politici The Left, Socialisti e Democratici, Verdi e Renew, oltre naturalmente a decine di delegazioni dei sindacati europei.
Non si è trattato di una passerella, quanto piuttosto di una chiamata alla corresponsabilità verso il mondo dei lavoratori che si vede sempre più stretto tra precariato, impoverimento sociale, accesso ai servizi essenziali – sanità, trasporti e istruzione su tutti – sempre più ristretto. E, adesso, si intravedono all’orizzonte le nuvole del ritorno delle regole di bilancio, anticamera dell’austerità.
“Le politiche dell’Unione europea hanno un profondo impatto sulla vita dei lavoratori”, afferma a Eunews la segretaria generale del Ces, Esther Lynch. “Il nostro manifesto dei lavoratori definisce ciò che è necessario nel prossimo mandato. Chiediamo a tutti i partiti politici democratici e ai candidati – annuncia la sindacalista – di impegnarsi sui nostri 12 punti. Questo sarà il nostro test per loro: li terranno presenti nei loro manifesti? Stanno davvero facendo una campagna per i lavoratori o stanno solo affermando di farlo? Siamo qui per chieder loro conto”.
Il manifesto è un invito esplicito ai partiti e ai candidati a sottoscrivere i valori di un’Europa intesa come ‘comunità di persone e nazioni in cui ognuno è libero di vivere in pace e lavorare senza temere povertà, insicurezza, mancanza di rispetto, discriminazione, violenza, guerra o oppressione: un’Europa che sia un luogo ideale in cui vivere, lavorare, crescere i propri figli, prendersi cura dei propri cari, andare in pensione e invecchiare. Un’Europa che realizzi concretamente il Pilastro europeo dei diritti sociali. Un’Europa che protegga i diritti umani fondamentali, compresi i diritti riproduttivi, che prosperi per raggiungere l’uguaglianza di genere’.
“Il successo a lungo termine del progetto europeo dipende dal fatto che l’Unione europea si impegni a favore dei lavoratori”, prosegue Lynch, secondo la quale “i profitti aziendali continuano a aumentare mentre le persone trovano sempre più difficile tirare avanti. È fondamentale che tutti coloro che sono impegnati nel progetto europeo garantiscano che le nostre istituzioni agiscano per affrontare questa emergenza di giustizia sociale e consentano ai lavoratori di avere voce in capitolo sulle decisioni che modellano le loro vite”.
Ecco perché il Manifesto è anche un appello a tutti i cittadini ad andare a votare alle elezioni europee per far sentire la propria voce per un’Europa più giusta e sociale. ‘Nonostante i progressi realizzati dai sindacati e da altre forze progressiste, in Europa c’è un’emergenza di giustizia sociale. Nell’ultimo anno, le lavoratrici e i lavoratori hanno subito forti diminuzioni in termini di salari reali, mentre i datori di lavoro senza scrupoli continuano a registrare profitti altissimi. Nel frattempo, le istituzioni europee minacciano di tornare a politiche di austerità e di aprire la porta a un’ulteriore deregolamentazione, punendo ulteriormente le lavoratrici e i lavoratori’.
L’auspicio della Confederazione europea dei sindacati è, al contrario, che le elezioni di giugno restituiscano un Parlamento e una Commissione ‘impegnati a lavorare per un’Europa giusta, con posti di lavoro sicuri, salari dignitosi, servizi pubblici di eccellenza, diritti delle donne e uguaglianza per tutti, diritti delle lavoratrici e dei lavoratori forti e un rafforzamento della contrattazione collettiva e del dialogo sociale’.
DODICI IMPEGNI PER UN GIUSTO ACCORDO PER LE LAVORATRICI E I LAVORATORI
1 Posti di lavoro e redditi migliori
Intraprendere un’azione efficace nell’UE per proteggere i posti di lavoro e i redditi, comprese le pensioni, con misure decisive per affrontare la dimensione sociale della crisi del costo della vita. L’Europa ha bisogno di un aumento dei salari! Favorire gli aumenti salariali e sostenere la convergenza verso l’alto dei redditi e delle condizioni di lavoro, anche attraverso l’introduzione di un quadro europeo che promuova la convergenza verso l’alto dei salari e un’azione più incisiva a livello UE per eliminare il divario retributivo di genere.
2 Porre fine al lavoro precario e migliorare le condizioni di lavoro
Porre fine al lavoro precario garantendo i diritti legali alle lavoratrici e ai lavoratori con contratti a tempo indeterminato e al lavoro a tempo pieno e vietando gli stage non retribuiti. Aumentare il controllo delle lavoratrici e dei lavoratori sulla flessibilità dell’orario di lavoro e ridurre l’orario di lavoro. Proteggere i diritti dei telelavoratori, compreso il diritto alla disconnessione, e vietare la sorveglianza invasiva e irrispettosa.
3 Sostenere i sindacati, la contrattazione collettiva e il dialogo sociale
Difendere e rafforzare i diritti dei sindacati e delle lavoratrici e dei lavoratori, compreso il diritto universale di organizzazione sindacale, l’accesso dei sindacati ai luoghi di lavoro, il diritto alla contrattazione collettiva e il diritto di sciopero. Aumentare la copertura della contrattazione collettiva, anche attraverso il recepimento ambizioso della direttiva sui salari minimi adeguati, che prevede una copertura dell’80%, e della direttiva sulla trasparenza di genere delle retribuzioni. Rafforzare la democrazia sul lavoro, a partire dalla contrattazione collettiva, introducendo un quadro europeo completo in materia di informazione, consultazione e partecipazione e salvaguardando a pieno i sistemi di contrattazione collettiva efficienti.
4 Lavoro sicuro
Migliorare ed estendere l’applicazione della legislazione UE in materia di salute e sicurezza sul lavoro e altre iniziative europee per arrivare a zero morti sul lavoro o causate da malattie professionali, compresi le lavoratrici e i lavoratori domestici. Affrontare i rischi psicosociali e le molestie online e la stigmatizzazione sul lavoro attraverso una direttiva europea. Introdurre una legislazione europea che definisca il limite di temperatura massimo nei luoghi di lavoro. Sviluppare iniziative per garantire la piena applicazione dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e del diritto sindacale e rafforzare i servizi di ispezione sul lavoro e del diritto sociale e i meccanismi di reclamo. Garantire la fine di tutte le forme di violenza di genere nel mondo del lavoro, anche online.
5 Respingere le politiche di austerità – un’economia per le persone e il pianeta
Respingere il ritorno alle politiche di austerità e promuovere un nuovo modello economico incentrato sull’economia reale, sulla creazione di posti di lavoro, sul lavoro dignitoso e sulla ridistribuzione attraverso una tassazione equa e progressiva. Garantire una revisione delle regole di governance economica che ponga fine al Fiscal Compact dell’UE e la riforma del Patto di Stabilità e Crescita per allinearlo al raggiungimento dei diritti contenuti nel Pilastro Europeo dei Diritti Sociali. Fornire agli Stati membri il margine di manovra necessario per finanziare gli investimenti per una doppia transizione equa. Attuare una capacità fiscale per gli investimenti nuova, un fondo di sovranità UE per una giusta transizione socioeconomica e per i beni comuni, senza che nessuno venga lasciato indietro e per nessuna ragione. Regolamentare i mercati finanziari, energetici, delle materie prime e alimentari e contrastare la speculazione. Combattere l’evasione e l’elusione fiscale e garantire che i profitti eccessivi siano tassati.
6 Politica industriale e servizi pubblici forti
Attuare una politica industriale europea solida con investimenti pubblici e privati significativi ed efficaci, che favoriscano la creazione di posti di lavoro di qualità e il progresso sociale. Garantire l’accesso universale a servizi pubblici di alta qualità e basati sui diritti, compresi i servizi per l’infanzia e i trasporti. Garantire il pieno rispetto del diritto a un alloggio adeguato, dignitoso e a prezzi accessibili. Garantire servizi di qualità e il diritto delle lavoratrici e dei lavoratori addetti ai servizi a fornire servizi di qualità.
7 Fondi pubblici per il progresso sociale
Applicare condizioni rigorose, che includano criteri sociali, fiscali e ambientali, associate a tutte le forme di finanziamento pubblico e di sostegno alle imprese. Rivedere le norme UE in materia di appalti pubblici per garantire che i fondi pubblici vadano alle organizzazioni che rispettano i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e dei sindacati, che negoziano con i sindacati e applicano i contratti collettivi alle lavoratrici e ai lavoratori.
8 Garantire transizioni giuste
Garantire una trasformazione digitale giusta basata su una digitalizzazione incentrata sull’uomo e su una regolamentazione efficace dell’IA con il principio “l’uomo al comando” sancito dal diritto dell’UE. Raggiungere gli obiettivi climatici attraverso una transizione giusta, inclusa una direttiva per una transizione giusta nel mondo del lavoro attraverso l’anticipazione e la gestione del cambiamento, basata sul principio del coinvolgimento dei sindacati e della contrattazione collettiva. Garantire a tutti il diritto all’apprendimento permanente senza costi per la lavoratrice e il lavoratore durante l’orario di lavoro.
9 Lottare contro il dumping sociale e le frodi
Regolamentare il ruolo degli intermediari del lavoro e introdurre un quadro giuridico generale UE che limiti il subappalto e garantisca la responsabilità solidale lungo la catena di subappalti. Migliorare l’applicazione delle norme sulla mobilità del lavoro attraverso un’Autorità Europea del Lavoro (ELA) più efficace.
10 Un approccio equo basato sul diritto alla migrazione e all’asilo
Rafforzare i percorsi migratori sicuri, legali e regolari, migliorare le tutele, i diritti e il sostegno ai migranti e ai richiedenti asilo all’interno dell’UE. Salvare vite umane nel Mediterraneo e alle frontiere esterne, anche attraverso la reintroduzione di un meccanismo di ricerca e salvataggio dell’UE. Rifiutare le politiche di esternalizzazione delle frontiere e opporsi agli accordi multilaterali e bilaterali con Stati che non rispettano lo stato di diritto e non rispettano i diritti umani.
11 Un ruolo progressista per l’Europa nel mondo
Garantire che l’UE agisca a livello globale e attraverso politiche di commercio estero coerenti con il modello sociale europeo, per promuovere la pace, la democrazia, i diritti umani, lo stato di diritto e la giustizia economica globale, anche per porre fine alla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina.
12 Un’Europa più giusta e democratica
Definire un Protocollo sul progresso sociale da includere nei Trattati per garantire che i diritti sociali e delle lavoratrici e dei lavoratori abbiano la precedenza sulle libertà economiche. Promuovere una riforma delle istituzioni europee per garantire un’UE più sociale e democratica. Sostenere l’allargamento dell’UE basato del pieno rispetto dei diritti sociali e delle lavoratrici e dei lavoratori, del dialogo sociale e dell’acquis sociale dell’UE.