Bruxelles – Unanimità. La commissione Agricoltura e sviluppo rurale dell’Europarlamento ha sostenuto oggi (16 novembre) la revisione della cosiddetta “direttiva sulla prima colazione“, un insieme di sette direttive che stabiliscono norme comuni sulla composizione, la denominazione di vendita, l’etichettatura, l’imballaggio e la costituzione complessiva di alcuni prodotti alimentari, come il miele, per garantire la tutela interessi dei consumatori e la libera circolazione di questi prodotti nel mercato unico.
“Abbiamo approvato lo stop europeo alle sempre più frequenti frodi alimentari che riguardano il miele, vietando i prodotti adulterati e di provenienza sconosciuta”, esultano in una nota gli eurodeputati Pd, Paolo De Castro e Camilla Laureti, membri della commissione agricoltura del Parlamento Ue. Nel marzo 2023, l’Ufficio europeo per la lotta antifrode ha pubblicato un rapporto in cui si concludeva che il 46 per cento del miele importato sul mercato europeo da Paesi terzi era sospettato di non essere conforme alla legislazione europea.
“Con il voto di oggi, chiediamo di aumentare la trasparenza nei confronti dei nostri consumatori e combattere ogni tipo di frode: ogni confezione di miele – spiegano gli europarlamentari – dovrà infatti riportare sull’etichetta, accanto al nome commerciale del prodotto, il paese di origine dove il miele è stato raccolto. Non solo, se il miele proviene da più di un paese, ciascun paese in cui il miele è stato raccolto dovrà essere indicato in etichetta, in ordine decrescente e con la rispettiva percentuale nella miscela”.
Le miscele di miele attualmente consentite in tutta l’Unione europea devono essere controllate e l’etichetta deve indicare tutti i singoli Stati membri e, in particolare, gli Stati non membri da cui il miele proviene. La revisione prevede che le aziende che importano miele straniero, così come i rivenditori, debbano conformarsi alle regole europee e vendere solo prodotti apistici che soddisfano la definizione di miele stabilita dal Codex Alimentarius. Le miscele di miele saranno quindi consentite, ma il consumatore finale potrà scegliere.
Martedì è arrivato il via libera alla posizione del Consiglio Ue, e ora la palla passa alla Commissione Ambiente (Envi) del Parlamento Ue “dove ci auguriamo che le nostre richieste possano essere accolte e rafforzate, estendendo gli obblighi di etichettatura di origine e trasparenza anche a marmellate e succhi di frutta”, spiegano ancora i deputati. L’eurodeputato Salvatore De Meo ha rivendicato che tra le proposte approvate “ci sono anche quelle relative all’etichettatura, come proposto dai miei diversi emendamenti. Infatti ho chiesto che venga espressamente dichiarata la provenienza geografica del miele e le sue eventuali miscelazioni, soprattutto per proteggere i consumatori, assicurando che durante l’acquisto non siano ingannati, ma possano effettuare scelte informate. Il voto favorevole ai miei emendamenti rappresenta un significativo passo avanti per la protezione del miele italiano ed europeo e segna un ulteriore traguardo nella difesa delle nostre eccellenze”.