Bruxelles – Ue ed Eurozona verso ‘crescita zero’ nel 2023. I dati preliminari di Eurostat sull’andamento del Prodotto interno lordo non sono buoni. Mancano i numeri del quarto trimestre, e non potrebbe essere diversamente. Ma quelli relativi a primo, secondo e terzo trimestre non promettono né premettono nulla di buono. Per l’Ue a 27 l’andamento del Pil recita 0,1 per cento, 0 per cento, 0 per cento. Per l’Ue a 20, il Pil nei tre trimestri vede la seguente traiettoria: 0 per cento, 0,2 per cento, -0,1 per cento.
La Commissione europea presenterà domani (15 novembre) le previsioni economiche d’autunno, con tutte le informazioni relative alle aspettative su crescita, occupazione, inflazione, andamento di deficit e debito. L’esecutivo comunitario si basa comunque sulle informazioni che produce l’istituto di statistica europeo, da cui arriva un’indicazione chiara sul momento, su cui pesano anche le incertezze legate alla ripresa del conflitto israelo-palestinese in Medio Oriente. Il commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni, si è lasciato scappare che è prevista crescita il prossimo anno e che quest’anno è stata evitata recessione. Ma le aspettative da ‘crescita zero’ fanno pensare ad un ristagno. Almeno sull’arco dell’intero 2023.
Se si considerano i dati del solo terzo trimestre (luglio-settembre), ben nove Paesi su 20 dell’eurozona registrano il ‘segno meno’ di fronte al proprio Pil. Austria, Estonia, Finlandia, Germania, Irlanda, Lituania, Paesi Bassi, Portogallo e Slovenia sono in recessione, con l’Italia ferma a 0. Se invece si considera l’Ue nel suo complesso, a questa lista di Paese senza crescita o, peggio, a crescita negativa, si aggiungono anche Danimarca, Repubblica Ceca e Svezia. Un totale di mezza Unione europea, 13 Stati su 27, tra economia ferma (Italia e Svezia) e rallentamenti. Tutto questo mentre il Pil degli Stati Uniti, nel terzo trimestre, ha invece registrato un +1,2 per cento.
L’Ue dunque fa fatica. In questo contesto viene rinnovato l’invito all’attuazione tempestiva ed efficace dei piani nazionali per la ripresa (Pnrr). “I Pnrr degli Stati membri non riguardano solo gli investimenti tanto necessari” per le transizioni verde e digitale, scandisce il commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni, intervenendo alla conferenza annuale sulla ricerca organizzata a Bruxelles. “Riguardano anche riforme cruciali in tutti quegli ambiti che renderanno più facile la prosperità dei cittadini e delle imprese”. E che vuol dire più competitività e benefici per il tessuto economico. “Gli esempi includono riforme volte a rafforzare la capacità amministrativa degli Stati membri, riforme del sistema giudiziario, del mercato del lavoro, della tassazione, dell’energia, della digitalizzazione”.