Bruxelles – Contrordine: Apple potrebbe dover versare i 13 miliardi di euro di tasse non pagati a seguito degli accordi fiscali agevolati (tax ruling) sottoscritti con il governo irlandese. Questo il parere dell’avvocato generale presso la Corte di Giustizia dell’Ue Giovanni Pitruzzella, fresco di riconferma, che nella controversia che investe Commissione Ue, l’azienda della mela e Irlanda.
La Commissione Juncker, nel 2016, ha contestato il regime fiscale concesso da Dublino a Apple. Allora la responsabile per la Concorrenza, Margrethe Vestager, contestava il versamento di imposte “per un misero 0,05 per cento dei suoi profitti nel 2011 e un ancor più misero 0,005 per cento nel 2014”. Regole che avrebbero distorto la concorrenza, e da qui la richiesta di versamento delle imposte dovute, calcolate in 13 miliardi di euro.
Apple ha presentato ricorso, e nel 2020 il Tribunale dell’Ue ha dato ragione al colosso statunitense. La Commissione ha deciso di insistere, e il caso ora deve essere esaminato dalla Corte. Pitruzzella suggerisce alla Corte di annullare la sentenza e di rinviare la causa al Tribunale per una nuova decisione nel merito.
E’ convinzione dell’avvocato generale che il Tribunale abbia commesso “una serie di errori di diritto” nel ritenere che la Commissione europea non avesse sufficientemente provato che le licenze di proprietà intellettuale detenute e i relativi profitti, generati dalle vendite dei prodotti Apple al di fuori degli Stati Uniti, dovevano essere attribuiti a fini fiscali alle succursali irlandesi. Il caso si potrebbe dunque riaprire.