Bruxelles – Trasformare il partenariato europeo per i piccoli reattori nucleari in una vera e propria Alleanza industriale dell’Ue. “Dall’inizio del 2022, l’industria nucleare europea, la comunità di ricerca e le autorità di regolamentazione della sicurezza nucleare collaborano strettamente nell’ambito del pre -partenariato europeo sui piccoli reattori modulari e le analisi effettuate durante la fase preparatoria hanno suggerito che un’alleanza industriale è il concetto appropriato” per trasformare “il partenariato europeo”, ha suggerito la commissaria europea per l’energia, Kadri Simson, aprendo i lavori dell’evento del partenariato europeo per i piccoli reattori modulari, in cui ha fatto il punto sui prossimi passi da compiere insieme alle industrie.
I piccoli reattori modulari nucleari sono reattori nucleari più piccoli, sia in termini di potenza che di dimensioni fisiche, rispetto a quelli tradizionali su scala gigawatt, e rappresentano lo sviluppo di tecnologia nucleare di nuova generazione. Questa tipologia di reattori utilizza reazioni di fissione nucleare per creare calore che può essere utilizzato direttamente o per generare elettricità e la Commissione europea li considera un’opzione promettente per sostituire le vecchie centrali a carbone e per integrare la penetrazione delle energie rinnovabili. Nei mesi, in particolare dopo l’impegno politico a liberarsi dalle importazioni di energia dalla Russia, la Commissione ha visto crescere l’interesse di diversi Stati membri, Italia compresa, nei confronti di questa tecnologia ed è costretta a prenderne atto riconsiderandone il ruolo ai fini della decarbonizzazione del Continente.
Secondo Simson, tre dovranno essere gli obiettivi da perseguire attraverso l’Alleanza industriale: la sicurezza dalle radiazioni, il contributo dei reattori di piccole dimensioni nel percorso dell’Ue verso la neutralità climatica entro il 2050 e un approccio coordinato tra gli Stati membri sulle iniziative per consentire un “successo collettivo”. “I nuovi progetti in fase di sviluppo – spiega Simson – dovrebbero garantire che l’energia nucleare venga utilizzata solo con i più elevati standard di sicurezza, protezione dalle radiazioni, gestione responsabile dei rifiuti radioattivi e del combustibile esaurito e un affidabile regime di non proliferazione”.
In secondo luogo, ha puntualizzato, entro il prossimo decennio deve avvenire un’implementazione efficace dei reattori per fornire un contributo “significativo al nostro percorso verso la neutralità climatica entro il 2050”. Infine, la Commissione vuole far convergere gli sforzi e le iniziative dei diversi Stati membri in un “approccio coordinato”. Simson ha riconosciuto che molti Stati membri “hanno mostrato particolare interesse per le tecnologie dei piccoli reattori modulari, che offrono all’energia nucleare la possibilità di contribuire alla decarbonizzazione dell’energia oltre la produzione di energia”. Si è detta fiduciosa che l’Ue possa svolgere un “ruolo di leadership nel raggiungimento della maturità tecnologica per i piccoli reattori modulari e ciò significa per me che i primi reattori dovranno essere collegati alla rete elettrica europea al più tardi entro un decennio. Questo deve essere il nostro obiettivo”.
Nuova riunione dell’Alleanza per il nucleare
Simson è a Bratislava dove domani aprirà il 16° Forum europeo sull’energia nucleare, organizzato congiuntamente dalla Commissione europea e dal governo slovacco. A margine del Forum si terrà domani in Slovacchia anche una nuova riunione dell’Alleanza europea per il nucleare promossa dalla Francia. A quanto apprende Eunews, alla riunione parteciperà anche l’Italia in qualità di ‘osservatore’ e sarà rappresentata da due rappresentanti di governo.
Si tratta della quinta riunione in tutto da quando l’iniziativa è stata promossa dalla ministra francese per la transizione ecologica, Agnès Pannier-Runacher e lanciata a fine febbraio con la partecipazione ufficiale di un gruppo di dieci Stati membri (Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Finlandia, Francia, Ungheria, Polonia, Romania, Slovacchia e Slovenia). La seconda riunione si è svolta lo scorso 28 marzo a Bruxelles, a margine della riunione dei ministri dell’Energia, a cui hanno partecipato in qualità di ‘osservatori’ anche Belgio, Italia e Paesi Bassi, insieme alla Commissione europea (rappresentata dalla commissaria europea per l’energia, Kadri Simson) e alla scorsa presidenza svedese dell’Ue.