Bruxelles – Nuovi nomi nella lista nera dell’Ue, stretta sul tetto al prezzo del petrolio e misure contro i Paesi terzi che eludono le sanzioni. A sei mesi dall’undicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia per l’aggressione ai danni dell’Ucraina, Bruxelles ha ultimato i lavori sul dodicesimo, che sarà presentato in settimana agli ambasciatori dei 27 Stati membri dell’Ue.
Ad annunciarlo nel fine settimana la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo discorso pronunciato sabato (4 novembre) di fronte ai membri della Verkhovna Rada, il Parlamento ucraino, in una visita a sorpresa a Kiev. “Tutti gli ucraini si oppongono alla brutalità russa. E di fronte al tuo coraggio c’è solo una cosa che noi, nel resto d’Europa, dobbiamo fare. E questo significa stare al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario”, ha ribadito la leader dell’Esecutivo comunitario, annunciando che la prossima “settimana annunceremo il nostro dodicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia”.
A detta della presidente tedesca le nuove misure restrittive includeranno fino a 100 nuovi individui, nuovi divieti di importazione ed esportazione, azioni per inasprire il tetto del prezzo del petrolio e misure severe nei confronti delle società di paesi terzi che eludono le sanzioni. “Per troppo tempo molti in Europa hanno pensato che avremmo potuto commerciare con la Russia e integrarla nell’ordine di sicurezza europeo, ma non ha funzionato”, ha puntualizzato.
A chiedere un ulteriore rafforzamento delle misure restrittive era stato lo stesso presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, intervenendo da remoto di fronte ai leader dell’Ue all’ultimo Vertice europeo del 27 e 28 ottobre. “È in discussione un nuovo pacchetto di sanzioni Ue. Dobbiamo tenere conto dell’esperienza di tutti i pacchetti precedenti e la potenza della nuova fase di sanzioni dell’UE dovrebbe essere maggiore di quelle precedenti”, aveva incalzato i leader in questi termini. Ha puntualizzato l’importanza di prestare particolare attenzione anche al “price cap” il tetto al prezzo applicato al petrolio russo. “E’ ovvio – ha detto – che non funziona così efficacemente come ci si aspettava quando è stato introdotto” ed è “necessario ridurre il “price cap” e rafforzare i meccanismi per la sua applicazione”.
Il tetto massimo al prezzo del petrolio russo è stato stabilito a livello europeo nel quadro dell’ottavo pacchetto di sanzioni contro la Russia ed è stato imposto insieme ai Paesi G7 (Canada, Francia, Italia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti) dall’Unione Europea e dall’Australia, riuniti nella “Price Cap Coalition”. Sul prezzo effettivo del tetto l’intesa a livello europeo è arrivata a dicembre di un anno fa dopo aver convinto anche la Polonia che ha spinto per giorni per un tetto molto più basso. Nei fatti, l’imposizione del ‘cap’ consente al petrolio russo di essere spedito a Paesi terzi utilizzando petroliere dei Paesi G7 e dell’UE solo se il carico viene acquistato al di sotto della soglia dei 60 dollari al barile, anche se il prezzo di mercato è più alto (attualmente si aggira intorno agli 80 euro). Come per tutte le sanzioni contro Paesi terzi al Consiglio Ue è richiesto un voto all’unanimità