Bruxelles – Sono passati tre mesi dall’approvazione del contratto tra l’Eurocamera e il governo francese per un nuovo edificio a Strasburgo che – tra affitto e spese di gestione – costerà quasi 2 milioni di euro all’anno. Un accordo che ha sollevato numerose critiche, un affare per la Francia che ha così consolidato la sede (na delle tre, con Bruxelles e Lussemburgo) dell’istituzione comunitaria sul proprio territorio nazionale. Il nuovo palazzo Osmose – assicura il presidente della Repubblica Emmanuel Macron – “migliorerà significativamente le condizioni di lavoro degli eurodeputati, del loro staff e di tutti i funzionari”.
All’Eliseo con la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, Macron ha voluto ribadire oggi (31 ottobre) l’attaccamento dei cittadini francesi alla sua sede di Strasburgo e al ruolo essenziale che gioca nella democrazia europea”. Un attaccamento messo nero su bianco dal contratto in leasing di 99 anni per il blocco di uffici all’avanguardia di 15 mila metri quadri che permetterà di “estenderà la presenza nel cuore del quartiere europeo” della città alsaziana. Fino ad ora, per garantire un’area di lavoro sufficiente a tutti i funzionari, l’Eurocamera ha sempre preso in affitto uno spazio dal Consiglio d’Europa (che non è un’istituzione dell’Ue), che ha sede a Strasburgo.
L’accordo finalizzato con la prima ministra francese, Elisabeth Borne, prevede che l’Eurocamera possa acquistare in qualsiasi momento la struttura allo stesso prezzo pagato da Parigi, meno gli affitti già versati. Alle “condizione finanziarie favorevoli” del canone d’affitto di 700 mila euro all’anno, vanno sommati tutti i costi di manutenzione, energia e sicurezza, per un totale di circa 1 milione e 910 mila euro annuali. A meno di un anno dalle elezioni per rinnovare l’Aula comunitaria, sarà difficile giustificare un tale costo per la seconda sede dell’istituzione, utilizzata per soli tre giorni al mese, in un periodo di ristrettezze economiche per un numero crescente di cittadini europei, a causa della crisi energetica e dell’inflazione scatenate dalla guerra in Ucraina e dalle nuove tensioni internazionali.
Ma per Metsola Strasburgo è una “città emblematica dell’edificazione della pace in Europa e della vita democratica europea”. Una città a cui il Parlamento europeo è “attaccato in modo particolare”. Un “luogo fondamentale nei prossimi mesi” per “finalizzare l’adozione dell’ambizioso programma legislativo in materia di digitale e di azioni contro il cambiamento climatico” e per “arrivare a un accordo sul Nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo“. Almeno fino al raggiungimento di questi obiettivi, i lavori proseguiranno sempre nella stessa sede anche a Strasburgo: deputati e funzionari del Parlamento europeo entreranno nel palazzo Osmose a partire dal 2025.