Bruxelles – Qualche soddisfazione dopo i colloqui c’è, a voce i leader dell’Unione europea la mostrano. Ma nei documenti ufficiali emerge la fragilità della situazione tra Serbia e Kosovo. Ieri (26 ottobre), in occasione della prima giornata del Consiglio Europeo, si sono tenuti gli incontri – separati – del primo ministro del Kosovo, Albin Kurti, e del presidente della Serbia, Aleksandar Vučić, con alcuni leader europei. Presenti il presidente francese, Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, e la premier italiana, Giorgia Meloni, insieme al presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, l’alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, e il rappresentante speciale per il dialogo Pristina-Belgrado, Miroslav Lajčák.
“La bozza di statuto che abbiamo presentato e che appoggiamo pienamente comprende un modo moderno ed europeo di affrontare la delicata questione della tutela delle minoranze in linea con le migliori pratiche e standard europei, all’interno dei parametri definiti dalle parti”, si legge nella dichiarazione congiunta diffusa questa sera (29 ottobre). Ma c’è anche la richiesta, reiterata, che Pristina avvii la procedura per la creazione dell’Associazione delle municipalità a maggioranza serba in Kosovo e che la Serbia proceda al riconoscimento del più giovane Stato europeo.
Incontrando i giornalisti a Bruxelles il presidente francese è sembrato soddisfatto della posizione dei leader di Serbia e Kosovo: “Abbiamo ottenuto un impegno dalle due parti molto chiaro, mettere in opera gli accordi di Bruxelles e attuare l’Associazione delle municipalità [a maggioranza serba in Kosovo, ndr] il prima possibile”. Accordi già raggiunti nell’aprile 2013 con lo scopo di normalizzare i rapporti tra i due Stati. “Entrambi vogliono far parte dell’Unione Europea, pertanto devono diventare dei vicini migliori“, ha sottolineato il cancelliere tedesco, che guarda alla situazione con ottimismo: “Il concetto di avere un’Associazione di municipalità a maggioranza serba nel Kosovo sarà attuato”, ha dichiarato al termine del vertice dei leader Ue. “La questione è garantire un futuro ai cittadini e le cittadine in Kosovo e in Serbia, in prospettiva pacifica”, ha aggiunto Scholz. “La fase di attuazione dovrebbe procedere con l’adempimento parallelo dei rispettivi obblighi da parte di entrambe le parti, in modo graduale, sulla base del principio che entrambe devono fare qualcosa per ottenere qualcosa”, si legge ancora nella dichiarazione congiunta: “L’attenzione dovrebbe ora concentrarsi sull’avanzamento della piena attuazione dell’accordo senza precondizioni o ritardi“.
Anche il presidente Michel ha mostrato apprezzamento verso l’apertura al dialogo di Vučić e Kurti: “La questione principale dell’incontro di ieri è l’impegno espresso dai due leader a mettere in atto gli accordi che sono sul tavolo”, ha dichiarato al termine del Consiglio Ue. Ribadendo, però, che l’Europa è ferma sulle sue richieste: “Noi chiediamo istantaneamente che questi accordi siano attuati, perché siamo convinti che sia il cammino verso la normalizzazione”. La premier Meloni ha invece affidato a una nota diffusa da palazzo Chigi la sua posizione di “continuo e convinto sostegno al percorso europeo di Serbia e Kosovo e di tutti gli altri Paesi dei Balcani Occidentali, nell’ottica di una necessaria riunificazione del Continente europeo“.
Le conclusioni del Consiglio su Kosovo e Serbia
Ma da un altro documento ufficiale condiviso da tutti i Ventisette nelle stesse ore sembrano trapelare più timori. “Il Consiglio Europeo è profondamente preoccupato per la situazione della sicurezza nel nord del Kosovo“, si legge nel capitolo dedicato delle conclusioni del vertice: “Condanniamo fermamente il violento attacco contro la polizia del Kosovo il 24 settembre 2023″ e l‘Unione “si aspetta che i responsabili siano arrestati e consegnati rapidamente alla giustizia e che la Serbia cooperi pienamente e adotti tutte le misure necessarie al riguardo”.
La richiesta unanime degli Stati membri è che Pristina e Belgrado allentino la tensione e garantiscano lo svolgimento di nuove elezioni nel nord del Kosovo il prima possibile, con la partecipazione attiva dei serbo-kosovari: “Il mancato allentamento delle tensioni avrà delle conseguenze”. Il Consiglio Ue “si rammarica della mancata attuazione da parte di entrambe le parti dell’accordo sul percorso verso la normalizzazione e del relativo allegato di attuazione, nonché di altri accordi raggiunti nel dialogo facilitato dall’Ue”, è quanto mette nero su bianco il documento diramato dopo la due-giorni di vertice.
Trovi ulteriori approfondimenti sulla regione balcanica nella newsletter BarBalcani ospitata da Eunews