Bruxelles – Picco delle emissioni globali, i capi di stato e governo dell’Ue abbassano l’asticella delle ambizioni climatiche. Al Vertice europeo che si è tenuto ieri e oggi (26-27 ottobre) a Bruxelles, i capi di stato e governo hanno fatto il punto sui preparativi per la prossima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, la Cop28 che si terrà a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre. E nel testo delle conclusioni, adottate dopo due giorni di frenetiche trattative, si sono limitati a chiedere un semplice “aumento dell’azione e dell’ambizione a livello globale” contro i cambiamenti climatici, riconoscendo che l’aumento della frequenza e dell’intensità degli eventi meteorologici estremi “evidenzia l’urgenza della risposta globale all’emergenza climatica” e che “gli sforzi di adattamento e mitigazione del clima sono fondamentali per rafforzare la capacità di resilienza e di risposta alle crisi dell’Ue”.
Rispetto alle precedenti versioni della bozza di conclusione – visionate da Eunews nei giorni precedenti al vertice – i leader hanno eliminato nel testo il riferimento all’impegno di raggiungere il picco delle emissioni “al più tardi entro il 2025″. Un riferimento al picco di emissioni è stato inserito in una nota a piè di pagina in cui si legge che, in “linea con i rapporti del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici, limitare il riscaldamento a circa 1,5ºC richiede che le emissioni globali di gas a effetto serra raggiungano il picco al più tardi entro il 2025”. Ma nel corpo del testo, il riferimento è sparito, a voler ridimensionare anche la sua importanza.
Lo scorso 16 ottobre i ministri europei dell’ambiente e del clima hanno raggiunto un accordo sul mandato politico dell’Ue alla prossima Cop28, spingendo per inserire nel documento finale un impegno globale per l’eliminazione graduale dei combustibili fossili “senza sosta” (‘unabated’), ovvero che non compensano le emissioni generate nel processo di combustione di gas, carbone e petrolio. Nel mandato, i governi hanno concordato inoltre che spingeranno a Dubai perché il picco massimo nel consumo di combustibili fossili sia registrato “in questo decennio”, senza fissare una data precisa su questo picco, pur sottolineando l’importanza di rendere il settore energetico “prevalentemente privo di combustibili fossili ben prima del 2050, nonché di puntare a un sistema energetico globale completamente o prevalentemente decarbonizzato negli anni 2030”.
Nelle bozze di conclusioni circolate a Bruxelles nei giorni scorsi, sembrava che i leader volessero spingere più in alto il mandato politico dei Ventisette. Sembra che invece il mandato resterà lo stesso, anche se lo stesso commissario europeo per l’Azione per il clima, Wopke Hoekstra, ha ribadito in un evento a Bruxelles che “per mantenere la temperatura di 1,5°C a portata di mano, le emissioni globali di gas serra devono raggiungere il picco entro il 2025, ovvero tra due anni. La scienza è molto chiara anche sui prossimi passi”, ha sottolineato.
Il Consiglio europeo ha sostenuto inoltre la necessità di trovare un “ampio sostegno all’impegno globale per le energie rinnovabili e l’efficienza energetica che l’Unione europea presenterà alla Cop28”. Il riferimento è al fatto che in merito a energie verdi e risparmio consumi, l’Unione europea punterà a Dubai ad alzare le ambizioni globali. E chiederà un’azione globale (ovvero degli impegni vincolanti, anche se sarà difficile ottenerli) per triplicare la capacità installata di energia rinnovabile portandola a 11 TW e raddoppiare il tasso di miglioramento dell’efficienza energetica entro il 2030, nel rispetto del mix energetico nazionale di ciascun Paese.