Bruxelles – A Bruxelles entra nel vivo il dibattito sulla revisione del bilancio pluriennale dell’Unione fino al 2027. I capi di Stato e governo riuniti al vertice europeo, alla fine di un lungo pomeriggio che li ha visti impegnati a discutere di crisi e tensione in Medio Oriente, hanno adottato ieri sera (26 ottobre) le conclusioni dedicate alla revisione del cosiddetto MFF, il quadro finanziario pluriennale dell’Unione (Multiannual Financial Framework). “A seguito dell’approfondito scambio di opinioni sulla proposta di revisione del quadro finanziario pluriennale 2021-2027, il Consiglio europeo invita il Consiglio a portare avanti i lavori, con l’obiettivo di raggiungere un accordo globale entro la fine dell’anno”, si legge nel documento adottato poco dopo la mezzanotte.
Poche righe, che però raccontano di un confronto ancora in alto mare tra i Ventisette non tanto su quali dovrebbero essere le priorità finanziarie dell’Unione per i prossimi quattro anni, ma di come dovrebbero essere finanziate. E rispetto alla proposta della Commissione – che a giugno ha indicato tre priorità da finanziare con risorse aggiuntive da parte dei governi a Ucraina (50 miliardi), migrazione (15 miliardi) e competitività industriale (10 miliardi attraverso la piattaforma Step per le tecnologie pulite) – sembra invece che i governi si vogliano orientare su una redistribuzione delle risorse da altri programmi del budget (quindi, niente risorse fresche ma un semplice dirottamento a discapito di altri programmi ‘faro’ ma considerazioni minori) oppure prende piede l’ipotesi di introdurre nuove risorse proprie.
Anche se per quelle ci vorrà del tempo. A confermarlo la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, scesa in conferenza stampa insieme al capo del Consiglio europeo, Charles Michel, al termine della prima giornata di Vertice, che proseguirà anche oggi con una discussione sul sostegno all’Ucraina, sulla competitività economica, sulle migrazioni, per poi passare all’EuroSummit. Proprio in conferenza stampa, la leader dell’Esecutivo comunitario ha poi annunciato un’altra novità che sta guadagnando terreno rispetto alla sua proposta originaria.
Da tre (Ucraina, competitività e migrazioni), le priorità che stanno emergendo per la revisione intermedia del budget passano a quattro, contemplando l’ipotesi di incrementare le risorse per combattere e prevenire disastri naturali e crisi umanitarie. “Le inondazioni, la siccità, i terremoti, gli incendi. Ne siete stati tutti testimoni. Ciò ha portato al fatto che ora stiamo già utilizzando i fondi del 2024 per dare sollievo agli Stati membri che hanno subito queste esperienze di disastri naturali o crisi umanitarie. Quindi anche qui abbiamo bisogno di un aumento dei finanziamenti”, ha incalzato von der Leyen.
Per la prima volta, la mitigazione degli effetti del cambiamento climatico – un tema caro anche all’Italia, colpita da devastanti alluvioni nei mesi scorsi – fa breccia nell’architettura dei prossimi quattro anni di bilancio a lungo termine con una vera e propria sezione dedicata. Le conclusioni dei leader sono ancora scarne, ma nessuno si sarebbe aspettato di più. Alla vigilia del Vertice più di una fonte ha presentato la riunione di ieri e di oggi come un Consiglio europeo “di transizione” in materia di bilancio, per incalzare i ministri europei dell’Economia e delle finanze per proseguire il lavoro a livello tecnico e trovare un accordo in tempi rapidi (possibilmente al Vertice del 14 e 15 dicembre, l’ultimo prima della fine dell’anno). “La verità è che il bilancio dell’Ue è al limite”, ha incalzato i leader il presidente dell’Eurocamera nel consueto intervento all’apertura del Vertice. Ma tutti e ventisette, nessuno escluso, sono ben certi che quando il bilancio attuale è stato adottato alla fine del 2020 il mondo era molto diverso da quello in cui ci troviamo ora e dunque non sembra che ci siano divisioni sulla necessità di cambiarlo. Le divisioni, semmai, si incontreranno su come finanziarlo.