Bruxelles – “Con il tragico riaffacciarsi di eventi bellici ai confini dell’Europa e di azioni terroristiche anche a Parigi e in questi giorni a Bruxelles, costruire ponti di dialogo e solidarietà in Europa e nei Paesi terzi investendo sulle nuove
generazioni è ancora più necessario e strategico”. È quanto dichiarato dal Movimento Europeo, insieme al Movimento dei Focolari e al gruppo romano dell’Associazione internazionale dei Caterinati, nonché dalla ex presidente della commissione cultura del Parlamento europeo Silvia Costa, promotori di un’iniziativa sul “Corpo europeo di solidarietà e il Servizio civile” che si è tenuta oggi (24 ottobre), in ricordo dell’ex presidente del Parlamento europeo David Sassoli, nella sede del Parlamento europeo di Bruxelles.
“Con questa iniziativa – spiegano i promotori – intendiamo rilanciare la conoscenza e l’importanza del Corpo europeo di solidarietà, un programma giovane, nato 5 anni fa, pur con solide radici nella ventennale esperienza del Servizio di volontariato europeo, ma ampliato nell’inclusione (dai giovani svantaggiati agli immigrati residenti legalmente nell’Unione europea) e più accessibile attraverso il Portale Giovani”. E sull’importanza di questo valore ha insistito anche Brando Benifei, capodelegazione del Partito Democratico al Parlamento europeo: “Vedere qua davanti immagini di David Sassoli mi fa pensare all’impegno che il nostro presidente ha portato avanti proprio sui temi dell’inclusione, grazie al quale molti giovani che partono da condizioni svantaggiate stanno adesso partecipando al corpo europeo di solidarietà”.
Il Corpo Europeo di Solidarietà (Ces) è un programma di volontariato finanziato dall’Ue per giovani europei di età compresa tra i 18 e i 30 anni, che può essere svolto non solo in Europa, ma anche in Paesi terzi come Israele e Palestina. Si tratta di progetti di solidarietà e cooperazione, ma anche di accoglienza e integrazione di rifugiati e migranti o assistenza di disabili e anziani, pensato con lo scopo di creare una più convinta identità europea sotto il segno del volontariato. Ed è un ponte tra le istituzioni e i giovani: “Credo che dobbiamo rilanciare un’alleanza con le nuove generazioni per mettere insieme al centro della visione Europea i valori fondamentali del dialogo, della solidarietà e della pace. È per questo che abbiamo fortemente voluto questa iniziativa”, ha dichiarato Silvia Costa.
Secondo il presidente del Consiglio italiano del Movimento europeo Pier Virgilio Dastoli, bisogna lavorare nell’ottica di una cittadinanza europea transnazionale: “Questa riguarda tutte le cittadine e tutti i cittadini che vivono sul territorio dell’Unione, ma dovrebbe riguardare anche tutte quelle persone che vivono e risiedono sul territorio dell’Unione e sulle quali noi dobbiamo avviare un processo di ospitalità e di integrazione. Il diritto a migrare è un diritto a livello internazionale ed è un diritto per il quale noi ci dobbiamo battere“. Il tema della cittadinanza, per Dastoli, è strettamente legato anche alle elezioni del Parlamento europeo che si terranno tra il 6 e il 9 giugno 2024. L’auspicio è che la nuova legislatura riesca a superare le frontiere dell’Unione, comprendendo che il suo ruolo è quello di ospitare e integrare nella società tutti coloro che migrano verso l’Europa: “Questo ci arricchisce. Si dice sempre che dobbiamo chiudere le frontiere, invece devono rimanere aperte. L’Europa non è quella dei muri, l’Europa è quella dei ponti“.
Servizio civile e volontariato, però, non sono presenti in tutti gli Stati membri, sebbene operino su base nazionale, in Europa e oltre le frontiere dell’Unione. Per questo motivo i promotori dell’iniziativa si stanno muovendo nella prospettiva di far evolvere il Ces in un vero Servizio civile europeo: “Vogliamo che dia sostanza al dovere della Solidarietà iscritto nella Carta dei diritti fondamentali e sia parte integrante del Trattato di Lisbona come un elemento identitario dell’Unione Europea”, si legge in una nota. Da qui la proposta di costruire uno spazio Europeo più convergente, grazie a misure quali la creazione di una maggiore collaborazione e integrazione tra il Corpo Europeo di Solidarietà e i sistemi di Servizio Civile nazionale dei singoli Paesi dell’Unione e lo sviluppare progetti di servizio civile transnazionale, come quello siglato tra Italia e Francia, dopo il Progetto pilota lanciato nel 2014 tra Italia, Francia e Lussemburgo e presentato a Bruxelles.
“Siamo convinti che la pratica di esperienze di volontariato o di servizio civile debbano diventare un elemento costitutivo della cittadinanza europea. Perché prendersi cura dell’altro, del creato e della convivenza civile promuove la fraternità e la coesione sociale ma fa anche crescere dal basso il progetto politico degli Stati uniti d’Europa”, hanno dichiarato i promotori dell’iniziativa in una nota. Secondo Costa, poi, per i giovani fare il servizio civile non è un anno di lavoro perso. È anzi vantaggioso non solo per la propria formazione, ma anche dal punto di vista pratico, oltre che da quello umano: “Il 15% dei posti dei concorsi pubblici è riservato a chi ha fatto servizio civile“, ha ricordato più volte l’ex presidente della Commissione cultura.