Bruxelles – “In questo mondo, niente è certo se non la morte e le tasse”. Alle famose parole di Benjamin Franklin, l’Osservatorio europeo sul fisco ha aggiunto: “I miliardari non avranno ancora raggiunto l’immortalità, ma sicuramente sono diventati più scaltri nell’evitare le tasse“. Vale anche per i 499 paperoni d’Europa, che oggi pagano aliquote tra lo 0 e lo 0,5 per cento sulle proprie ricchezze. Da una tassa patrimoniale europea del 2 per cento – suggerisce lo studio pubblicato oggi (23 ottobre) dall’Osservatorio – l’Ue potrebbe ricavare 42 miliardi all’anno.
Il punto di partenza degli oltre cento ricercatori che hanno redatto il rapporto è l’estrema facilità con cui i più ricchi eludono il fisco nazionale, “grazie all’utilizzo di società di comodo che gli permettono di sfuggire alle tasse sui profitti”. Questo nonostante “le importanti iniziative” che i governi hanno lanciato negli ultimi dieci anni contro l’evasione fiscale internazionale: lo scambio automatico e multilaterale di informazioni bancarie in vigore dal 2017 e applicato oggi da più di 100 Paesi e l’accordo raggiunto nel 2021 per una tassazione minima globale sulle multinazionali – introdotta da 140 Stati nel mondo. Un accordo che è tuttavia stato “fortemente indebolito” dall’introduzione di numerose scappatoie, con il risultato che nel 2022 è stata stimata la cifra vertiginosa di mille miliardi di dollari nascosta in paradisi fiscali.
Nell’Unione europea, piuttosto che dare la caccia al gettito eluso dai miliardari, l’imperativo dei Paesi membri sembra essere quello di fare a gara per attrarre i più ricchi con regimi fiscali favorevoli. Il rapporto stima che in Italia i regimi vigenti sui redditi all’estero, su quelli domestici e sulle pensioni portano via all’Agenzia delle entrate quasi 500 milioni di euro all’anno.
La proposta dell’Osservatorio è quella di introdurre una tassa del due per cento sui patrimoni, a livello globale. Un’imposta che permetterebbe di prelevare ogni anno 235 miliardi di gettito sommerso dalle tasche di meno di 3 mila paperoni. Dai 499 ricchissimi del vecchio continente, l’Ue potrebbe fare cassa con 40 miliardi all’anno. Un suggerimento, quello dei ricercatori dell’Eu Tax Observatory, che difficilmente sarà colto dai policy makers a Bruxelles. L’ultima volta che l’Eurocamera ha discusso di una tassa patrimoniale a livello Ue, è stato in un emendamento proposto dalla Sinistra europea alla modifica del bilancio pluriennale dell’Unione, appunto perché potrebbe generare risorse proprie importanti. Una proposta bocciata a larga maggioranza da 469 eurodeputati.