Bruxelles – Prorogare le misure di emergenza che durante la crisi hanno consentito di accelerare le autorizzazioni agli impianti rinnovabili e dar vita a una industria europea per la produzione di energia pulita. C’è anche l’Italia tra gli undici Paesi dell’Ue (insieme a Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi e Portogallo) che nel fine settimana hanno trasmesso a Bruxelles un documento per la promozione e lo sviluppo delle energie rinnovabili in Europa.
Tra le altre cose, il gruppo di ‘amici delle rinnovabili’ (così si fanno chiamare) chiede la proroga del regolamento di emergenza introdotto durante la crisi energetica trainata dalla guerra di Russia in Ucraina per accelerare le autorizzazioni per gli impianti rinnovabili. “Chiediamo una proroga del regolamento d’emergenza del Consiglio sulle autorizzazioni (UE 2022/2577), basato sull’articolo 122 del Tfue (il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, ndr), oltre il 2024 e per tutto il tempo necessario a ridurre ulteriormente gli ostacoli alle autorizzazioni per le energie rinnovabili”, si legge nel documento, visto Eunews. Il tempismo non è casuale dal momento che la Commissione europea sta attualmente valutando quali misure energetiche introdotte durante l’emergenza prorogare oltre la scadenza di giugno 2024, tra cui anche il divisivo tetto al prezzo del gas.
La richiesta di prorogare di un altro anno il meccanismo di correzione del mercato, il price cap, per contrastare il caro prezzi trainato dalle tensioni in Medio Oriente (ed evitare eventuali effetti speculativi sul mercato) è stata avanzata anche dall’Italia la scorsa settimana al Consiglio Ue Energia che si è tenuto in Lussemburgo. Fonti europee spiegano a Eunews che la Commissione europea sta preparando l’analisi in vista del Consiglio Energia che si terrà il 19 dicembre e dunque una proposta da parte dell’esecutivo comunitario non è attesa prima di novembre.
Gli undici governi chiedono alla Commissione di continuare a “lavorare su come accelerare le procedure di autorizzazione, compreso un ulteriore esame e l’eliminazione di barriere e ostacoli nella legislazione europea pertinente”. Mettono in guardia sull’urgenza di dar vita a una industria europea per la produzione di rinnovabili, senza fare affidamento sulla dipendenza da Paesi terzi come la Russia e la Cina. “Dovremmo evitare di sostituire la dipendenza dalla Russia con una nuova dipendenza da un’altra fonte o paese fornitore. È necessario proporre una strategia comune per sviluppare catene di valore cruciali per le materie prime critiche, le batterie, il riutilizzo e lo smaltimento delle batterie e l’idrogeno rinnovabile; utilizzando la forza contrattuale dell’UE nel suo complesso si potrebbero ottenere potenziali risparmi per gli Stati membri”, si legge nel documento. Infine, sostengono “congiuntamente l’annuncio della Commissione europea di proporre un pacchetto europeo per l’energia eolica”, che dovrebbe essere presentato dall’esecutivo europeo domani dopo l’adozione da parte del collegio. Oltre al pacchetto sull’energia eolica, sostengono, l’Ue ha bisogno “di un acceleratore per altre forme di energia rinnovabile e per le infrastrutture necessarie a integrare le energie rinnovabili nel sistema energetico”. Alla Commissione viene richiesto di verificare se le opportunità di finanziamento dell’Ue, come il Meccanismo di finanziamento per le energie rinnovabili o il Meccanismo per collegare l’Europa (CEF) con la sua finestra per i progetti transfrontalieri di energia rinnovabile, “siano sufficienti per soddisfare le ambizioni e se siano adeguatamente concepite”.