Dall’inviata a Strasburgo – Il Parlamento europeo condanna fortemente la criminaliazzione, gli attacchi e gli omicidi dei giornalisti colpevoli di aver svolto il loro lavoro: è questo il risultato delle votazioni che si sono concluse oggi (19 ottobre) con 437 voti favorevoli, 14 contrari e 66 astensioni sulla risoluzione sullo Stato di diritto a Malta, sei anni dopo l’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia, dopo che ieri l’Eurocamera riunita in plenaria a Strasburgo aveva valutato la situazione della democrazia, della sicurezza e dell’indipendenza dei giornalisti nel Paese.
Non solo Caruana Galizia, la giornalista e blogger d’inchiesta anticorruzione, assassinata il 16 ottobre 2017 con un’autobomba vicino alla sua abitazione a Malta, a cui il Parlamento europeo ha dedicato un premio per il giornalismo. Anche Ján Kuciak e la sua fidanzata Martina Kušnírová, il giornalista slovacco ucciso il 21 febbraio 2018 per le sue indagini sulle frodi fiscali nel Paese, i giornalisti satirici di Charlie Hebdo, vittime dell’attacco terroristico del 7 gennaio 2015 a Parigi e molti altri. È a loro che l’Europarlamento vuole rendere omaggio, come si legge nella risoluzione: “I giornalisti come loro giocano un ruolo cruciale nello svelare la verità, proteggere la democrazia e mettere fine alla cultura dell’impunità. L’omicidio dei giornalisti non riguarda soltanto uno Stato membro, ma l’intera Unione europea”. L’attenzione degli eurodeputati, così come della commissaria sui valori, sulla trasparenza e sul rispetto dello Stato di diritto Věra Jourová (che era presente alla discussione), è rivolta soprattutto a quanto succede tuttora a Malta. “Ancora oggi, dopo sei anni dal suo omicidio, non c’è stata alcuna condanna per tutto quello che ha denunciato Daphne“, ha dichiarato Davide Casa, deputato del Partito popolare europeo di origine maltese. Aggiungendo: “A Malta c’è uno stato di impunità e continuiamo a essere sempre nella stessa situazione. Facciamo tesoro delle lezioni del passato e non lasciamo che accada mia più quello che è successo a lei”.
Per questo motivo nella risoluzione il Parlamento si dice anche preoccupato degli scarsi progressi fatti nel processo giudiziario sull’assassinio della giornalista e chiede alle autorità maltesi che venga fatta giustizia, preoccupato – come ha ricordato Casa – della mancanza di condanne non solo dei mandanti dell’omicidio di Daphne Caruana Galizia, ma anche di tutti quelli che la giornalista maltese aveva denunciato (ci sono state solo tre condanne, ma di basso livello). Le indagini sui moventi principali e i relativi procedimenti giudiziari dovrebbero essere concluse senza ulteriori ritardi, con il “pieno e continuo coinvolgimento di Europol”, si legge nel testo.
Sul tema si è pronunciato anche il sottosegretario di Stato spagnolo per l’Unione europea al Consiglio “Affari europei” Pascual Navarro Ríos, ricordando come si sta muovendo l’Ue per garantire maggiore protezione ai media: “Con l’European Media Freedom Act (che ha lo scopo di garantire la pluralità dei media e a proteggerne l’indipendenza, ndr.) vogliamo creare un ambiente mediatico sicuro all’interno dell’Unione. I nostri giornalisti non possono agire sotto pressione, che sia politica o finanziaria“.
La libertà di stampa è un diritto fondamentale e, come si legge nella risoluzione, la cultura dell’impunità deve giungere al termine, perché finché continua a esserci i giornalisti continueranno a essere a rischio.”Gli attacchi ai media per imbavagliarli sono inaccettabili e non si devono ripetere mai più. Lo dobbiamo a Daphne Caruana Galizia e a tutti i cittadini dell’Ue”, ha aggiunto Navarro. Le vicende di Daphne hanno permesso anche l’avvio dei lavoratori sulla direttiva anti-SLAPP per la protezione dalle azioni e dai processi legali contro giornalisti, attivisti e tutte le voci critiche, a proposito della quale la commissaria sul rispetto dello Stato di diritto si è pronunciata dicendosi convinta che i giudici non debbano essere sfruttati per ostacolare il lavoro dei giornalisti: “Per questo, ce ne occupiamo anche nel Media Freedom Act, dove c’è un capitolo in cui volevamo introdurre il divieto a utilizzare spyware contro i giornalisti per convincerli a rivelare le loro fonti. In Europa i giornalisti devono poter lavorare senza timore e con tutte le tutele, soprattutto all’interno degli Stati membri“, ha aggiunto Jourová.