Bruxelles – Avanti con l’euro digitale. La Banca centrale europea scioglie riserva e indugi, e dopo le valutazioni del caso decide di procedere verso il sistema di pagamento elettronico tutto europeo per transazioni con carta alternativi ai più tradizionali sistemi Visa e Mastercard. Il Consiglio direttivo della Bce ha deciso di passare alla fase successiva del progetto dell’euro digitale, ossia la fase di preparazione. Al via l’1 novembre 2023, questa fase ha una durata iniziale prevista di due anni. Nel 2025 si farà un nuovo punto della situazione.
Dopo la fase di studio, si entra dunque nella fase tecnica che dovrebbe procedere l’entrata in funzione del sistema di pagamento tutto europeo per gli scambi interni al mercato unico. La fase di preparazione intende gettare le basi l’euro digitale, con lavori che includeranno la messa a punto del regolamento e la selezione dei fornitori per sviluppare piattaforme e infrastrutture. A Francoforte si tiene a sottolineare come l’avvio della fase preparatoria “non rappresenta una decisione sull’emissione o meno di un euro digitale”. Tale decisione sarà presa in considerazione dal Consiglio direttivo solo una volta completato il processo legislativo dell’Unione europea.
La Commissione europea ha messo sul tavolo la sua proposta legislativa il 28 giugno di quest’anno. Una proposta ora al vaglio di Consiglio e Parlamento. Spetta a loro conferire il mandato vero e proprio alla Bce per continuare a lavorare in questo senso.
Intanto l’Ue e il suo mercato unico devono ragionare al proprio futuro, ed essere pronti alle scelte del caso. “Un euro digitale aumenterebbe l’efficienza dei pagamenti europei e contribuirebbe all’autonomia strategica dell’Europa“, sottolinea Fabio Panetta, membro del comitato esecutivo della BCE e presidente della task force di alto livello sull’euro digitale.
Insiste sul concetto di autonomia strategica perché un euro digitale rappresenterebbe una soluzione di pagamento paneuropea per l’area dell’euro sotto una governance europea. L’eurozona, sottolinea la Bce, “farebbe affidamento sulle proprie infrastrutture”, e non quelle di altri operatori non europei (Visa, Mastercard, che comunque non sparirebbero). Allo stesso tempo si fornirebbe una piattaforma su cui gli intermediari vigilati europei potrebbero costruire servizi paneuropei per i loro clienti, aumentando l’efficienza, riducendo i costi e promuovendo l’innovazione.
Lo stesso Panetta ha provveduto a informare il Parlamento europeo della decisione, con una lettera indirizzata alla presidente della commissione Affari economici, Irene Tinagli. Qui rassicura diretta interessata e organismo parlamentare del fatto che la fase di preparazione “comprenderà ulteriori analisi approfondite, test e sperimentazioni esaustivi e un’approfondita consultazione con tutte le parti interessate, per garantire che l’euro digitale soddisfi i più elevati standard di privacy, qualità, sicurezza e usabilità”.
L’Eurogruppo saluta la decisione “con favore” e promette piena collaborazione. “Parallelamente alle deliberazioni legislative dei co-legislatori dell’Ue e al continuo lavoro preparatorio in seno all’Eurosistema, l’Eurogruppo continuerà a svolgere un ruolo attivo nel fornire un ancoraggio politico strategico complementare al lavoro futuro”.