Bruxelles – Doveva essere un semplice incontro interlocutorio per discutere delle dispute commerciali in attesa di essere risolte e per ribadire il “sostegno incondizionato” all’Ucraina da i due lati dell’Atlantico. Eppure, non è difficile immaginare che il conflitto in Medio Oriente tra Israele e Hamas e le tensioni nella striscia di Gaza stravolgeranno l’agenda. I leader europei Ursula von der Leyen e Charles Michel sono attesi nella notte (ora locale di venerdì 20 ottobre) a Washington per il secondo Vertice Ue-Usa da quando il presidente statunitense Joe Biden si è insediato alla Casa Bianca a gennaio 2021.
Difesa dell’Ucraina e il sostegno alla sua ricostruzione e l’approvvigionamento di materie prime critiche, centrali per la produzione di tecnologie verdi, dovevano essere i temi dominanti secondo l’agenda annunciata lo scorso 28 settembre in una nota congiunta dei due lati dell’Atlantico in cui si legge che il presidente Biden insieme al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, faranno il punto sulla cooperazione tra Stati Uniti e Unione Europea, soprattutto per confermare il “nostro impegno condiviso a sostenere l’Ucraina nella difesa della sua sovranità e a imporre costi alla Russia per la sua aggressione”. Ma i leader si confronteranno sulla crisi in Medio Oriente dopo le visite in loco nei giorni scorsi di von der Leyen, insieme alla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, e di Biden in Israele.
Dall’acciaio ai minerali critici, le questioni commerciali in ballo
Von der Leyen e Michel saranno accompagnati da una schiera di rappresentanti dell’esecutivo comunitario, dall’alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, al vicepresidente esecutivo con delega al commercio, Valdis Dombrovskis e alla vicepresidente per la trasparenza Vera Jourova.
I leader europei, in particolare, cercheranno di portare avanti i negoziati bilaterali per scongiurare nuovi dazi sull’acciaio e l’alluminio (imposti a suo tempo sulle importazioni dal continente dall’ex presidente Donald Trump) e finalizzare l’accordo in chiave anti-cinese sui minerali critici, attenuando l’impatto negativo dell’Inflation Reduction Act (IRA) statunitense e sui suoi sussidi per i veicoli elettrici. Il riferimento alla Cina non è diretto, ma il rafforzamento della cooperazione transatlantica è in chiave anti-Pechino. Washington e Bruxelles lavorano ormai da mesi per finalizzare un accordo sui minerali critici, che entrambe le parti puntano a chiudere entro la fine dell’anno.
L’obiettivo è quello di raggiungere uno status equivalente a un accordo di libero scambio per l’Ue per i minerali critici, essenziali per la produzione di tecnologie chiave per la doppia transizione, come il litio per le batterie – e distendere le tensioni create dall’Inflation Reduction Act (IRA), il vasto piano di sussidi verdi da quasi 370 miliardi di dollari varato dall’amministrazione Usa, che Bruxelles teme possa svantaggiare le imprese europee. Le discussioni “esplorative” con gli Stati Uniti tenute finora hanno mostrato un allineamento sui principi principali, mentre i dettagli verranno approfonditi durante i negoziati ancora in corso. E il Vertice di fine ottobre potrebbe essere la giusta occasione per velocizzare i negoziati. Il Vertice prenderà le mosse in un contesto completamente diverso rispetto a quello che a giugno 2021 ha accolto Biden a Bruxelles. I leader europei e statunitensi si trovavano a dover affrontare e gestire insieme la crisi economica derivata dall’urgenza sanitaria del Covid-19 e una guerra alle porte dell’Europa era impensabile.