Bruxelles – Portare da 10 a 13 miliardi di euro l’ambizione finanziaria della proposta della Commissione europea per la futura piattaforma delle nuove tecnologie pulite (Step), lo strumento per finanziare il Piano industriale per il Green Deal annunciato da Bruxelles per rispondere all’Inflation Reduction Act statunitense. L’Europarlamento riunito in plenaria a Strasburgo ha adottato con 385 voti a favore, 85 contrari e 151 astensioni, la sua posizione sulla piattaforma, chiedendo di aumentarne il budget di 3 miliardi di euro rispetto alla proposta della Commissione europea fino al 2027. La risoluzione adottata oggi sarà il mandato negoziale dell’Eurocamera per i negoziati con gli Stati membri (che non hanno ancora la loro posizione negoziale).
La nuova piattaforma “Step” è stata proposta dalla Commissione lo scorso 20 giugno – nel quadro di una più ampia proposta di revisione intermedia del bilancio pluriennale fino al 2027 – come strumento strutturale per finanziare parte degli obiettivi del Piano industriale per il Green Deal annunciato a febbraio scorso. L’idea è di chiedere agli Stati membri Ue di mobilitare altri 10 miliardi di euro fino al 2027, aumentando la portata del bilancio a lungo termine dell’Unione, per aumentare il budget di alcuni programmi già esistenti: InvestEu (3 miliardi), Horizon Europe (0,5), Fondo per l’innovazione (5 miliardi) e Fondo europeo per la difesa (1,5).
Di questi 13 miliardi, 5 miliardi di euro dovrebbero aumentare la dotazione del Fondo per l’innovazione, 4,2 miliardi di euro per aumentare l’importo totale della garanzia garanzia dell’Ue disponibile tramite InvestEU, 1,3 miliardi di euro dovrebbero essere resi disponibili per aumentare la dotazione finanziaria del programma di ricerca Horizon Europe e 2,5 miliardi di euro al Fondo europeo per la difesa. Secondo la proposta della Commissione europea, la piattaforma potrebbe arrivare a convogliare fino a 160 miliardi di euro in nuovi investimenti, insieme agli incentivi della politica di coesione e al dispositivo per la ripresa e la resilienza.
“Un tempo STEP doveva essere un nuovo Fondo europeo di sovranità, ma ad oggi non è così”, ha ammesso il relatore della commissione per l’industria, la ricerca e l’energia, Christian Ehler, eurodeputato del Ppe. A Bruxelles c’era attesa e aspettativa sulla proposta di revisione del bilancio europeo a lungo termine (2021-2027) perché nelle parole della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, avrebbe coinciso con la proposta di un Fondo di sovranità per finanziare la transizione verso un’industria a emissioni zero. Le aspettative sono rimaste deluse e la proposta è infine arrivata a metà giugno con la richiesta agli Stati a mobilitare quasi 66 miliardi di euro aggiuntivi per tre priorità di investimento (Ucraina, migrazione e industria) ma non è arrivato nessun nuovo e vero e proprio Fondo di sovranità per un’industria a emissioni zero. La nuova piattaforma è pensata per aggiungere finanziamenti a programmi europei esistenti, nell’ottica di dirottarne le risorse verso deep-tech, clean-tech e bio-tech: ovvero tecnologia profonda, pulita e biotecnologia. La Commissione ha respinto le accuse chiarendo che introdurre ex novo un nuovo Fondo avrebbe richiesto tempo, più di un anno. E soprattutto che ‘Step’ sarà un precursore di un vero e proprio Fondo di Sovranità che verrà creato in futuro ma non prima della prossima legislatura.