Bruxelles – L’Unione Europea si stringe attorno al Belgio, alla Svezia e alle famiglie dei due cittadini svedesi uccisi ieri sera (16 ottobre) nell’attentato di Bruxelles. La condanna da parte dei leader delle istituzioni comunitarie è non solo unanime – come scontato in una situazione simile – ma anche durissima, di fronte al rischio che sul continente possa tornare ad aumentare il rischio di attentati terroristici come non se ne vedevano tra il 2015 e il 2018. Uno “spregevole”, un “ignobile” attentato, con cui “il cuore dell’Europa è stato colpito dalla violenza”.
È in particolare il Parlamento Europeo a dare voce all’unanimità dell’Unione nel condannare l’atto terroristico che si è consumato poco dopo le ore 19 di ieri sera, a poche centinaia di metri dal centro della capitale belga. “L’estremismo e il terrore non possono infiltrare le nostre società, abbiamo il diritto di sentirci al sicuro e di vivere in sicurezza, non possiamo lasciare che vinca odio”, ha sottolineato con forza la presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, nel suo intervento di commemorazione alla sessione plenaria dell’Eurocamera a Strasburgo. Mentre sventolano a mezz’asta le bandiere della Svezia, del Belgio e dell’Unione Europea di fronte a entrambe le sedi del Parlamento Ue a Bruxelles e Strasburgo, gli eurodeputati hanno osservato un minuto di silenzio per le due vittime svedesi, dopo aver lanciato un “forte messaggio” con un giro di interventi per ogni gruppo politico contro “l’orrore” che ha colpito l’intero continente. La stessa presidente Metsola ha comunicato che “dopo le consultazioni con le autorità nazionali e in accordo con le altre istituzioni Ue, abbiamo alzato a livello arancione la sicurezza per entrambi gli edifici“. Secondo quanto previsto dalle istruzioni comunicate a eurodeputati e personale, almeno per oggi (17 ottobre) è consigliato il telelavoro, la chiusura delle istituzioni è prevista per le ore 17, i parcheggi rimarranno chiusi e le visite esterne sospese.
A prendere parola per quasi tutti i gruppi politici sono stati eurodeputati della stessa nazionalità delle due vittime dell’attentato. “La Svezia è stata scelta come bersaglio di questo attentato“, ha denunciato Tomas Tobé (Ppe), come confermato da subito dal Centro nazionale di crisi del Belgio: in un video pubblicato sui social media l’attentatore aveva affermato che era stata superata una “linea rossa” rispetto al Corano, in riferimento ai casi tra gennaio e giugno di quest’anno delle copie del Libro sacro dell’Islam bruciate nella capitale svedese Stoccolma. “È stato un tentativo di colpire le nostre società libere, ma non cederemo mai al terrorismo islamico e ci impegneremo ancora di più sulla democrazia e sui valori”, ha rivendicato l’eurodeputato popolare. La collega Heléne Fritzon (S&D) ha ricordato che le due vittime portavano la maglia della nazionale svedese di calcio (l’attentato ha avuto luogo un’ora e mezza prima della partita di qualificazione agli europei Belgio-Svezia): “È un attentato anche all’Europa, non siamo da soli e non ci sconfiggeranno”. Sulla stessa linea Abir Al-Sahlani (Renew Europe), che ha ribadito con forza il fatto che “il terrorismo vuole sconfiggere il nostro diritto a esprimerci liberamente, ma solo insieme siamo forti”. Alice Kuhnke (Verdi/Ale) ha sottolineato che “come reagiamo ci definisce, il loro obiettivo è dividerci, ma rinunciare alla libertà significa far vincere terrorismo e odio”. Anche da parte della Sinistra Malin Björk c’è stato un richiamo al “non lasciare che gli attentati ci dividano, perché il risultato dell’odio è altro odio, e noi dobbiamo attivarci per fare tutto il possibile per costruire società democratiche, aperte, libere e inclusive“.
I gruppi di destra si sono invece scagliati contro la matrice dell’attentato e il background dell’attentatore. “Le condoglianze non bastano, il terrorista aveva visto respinta la sua richiesta di asilo tre anni fa, deve fermarsi l’immigrazione illegale”, ha attaccato Charlie Weimers (Ecr), appoggiato dal collega belga Gerolf Annemans (Id): “Abbiamo visto le manchevolezze della politica di immigrazione, l’Europa si deve svegliare”. Il responsabile dell’attentato – poi ucciso questa mattina – è Abdeslam Lassoued, un cittadino tunisino di 45 anni che, secondo le prime indagini, risiedeva a Schaerbeek (a Bruxelles) in modo irregolare. Avrebbe presentato domanda di asilo nel novembre 2019, ricevendo decisione negativa, e cancellato dal comune nel 2021, senza però essergli mai stato notificato l’ordine di lasciare il Paese.
Le reazioni delle altre istituzioni Ue all’attentato di Bruxelles
“Insieme, siamo uniti contro il terrore“, è stato il commento a caldo della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, dopo l’attentato. La vicinanza della numero uno dell’esecutivo comunitario è andata al popolo svedese – “che questa notte ha perso due connazionali nel vile attacco di Bruxelles” – alle famiglie delle due vittime e alla forze dell’ordine belghe. Lo stesso è stato fatto dall’alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell: “I miei pensieri e il mio sostegno vanno ai parenti delle vittime dell’ignobile attentato che ha appena colpito Bruxelles”, ha scritto su X il capo della diplomazia europea, fornendo “piena solidarietà” agli sforzi della polizia per arrestare l’attentatore.
Il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, ha parlato di “cuore dell’Europa colpito dalla violenza”, prima di convocare i 27 capi di Stato e di governo per un Consiglio Europeo informale in videoconferenza che, partendo dall’escalation del conflitto tra Hamas e Israele, affronterà anche i possibili rischi per la sicurezza in Europa. In ogni caso è opportuno ricordare che lo stesso Centro nazionale di crisi esclude possibili legami tra l’attentato di Bruxelles e il conflitto in corso in Medio Oriente: “Non ci sono indicazioni di un potenziale collegamento con la situazione israelo-palestinese“, si legge nella pagina che fornisce indicazioni in diretta sullo stato della crisi nel Paese.