Bruxelles – Un attentato terroristico nel cuore dell’Europa, che ha riportato il livello di allerta nel Paese e in tutta l’Unione al massimo livello dopo anni dall’ultima volta. Lunedì sera (16 ottobre) poco dopo le ore 19, vicino al centro di Bruxelles, un uomo con addosso un gilet arancione ha aperto il fuoco con un fucile semiautomatico su tre persone, di cui due hanno perso la vita. Si tratta di due cittadini di nazionalità svedese, che si stavano dirigendo verso lo stadio Re Baldovino per la partita di qualificazione agli europei di calcio Belgio-Svezia. Dopo l’attentato l’uomo è fuggito a bordo di uno scooter, mentre nel Paese il livello di allerta è stato portato a livello 3 e a Bruxelles a livello 4, il più alto.
Stamattina (17 ottobre) quello che per le forze dell’ordine era il principale sospettato per la sparatoria di ieri sera è stato riconosciuto mentre faceva colazione in un bar nel comune brussellese di Schaerbeek da alcuni passanti, che hanno subito allertato le forze dell’ordine. “La polizia ha aperto il fuoco“, ha reso noto il portavoce dell’ufficio del procuratore federale, Eric Van Duyse, precisando inizialmente che l’attentatore è stato ferito al torace. Come poi confermato anche dalla Procura federale, nel tragitto verso l’ospedale dove avrebbe dovuto essere sottoposto a rianimazione l’uomo è morto in ambulanza per le ferite riportate. Nelle immediate vicinanze del bar sarebbe stata rintracciata l’arma con cui sono state uccise le due persone (insieme ad altre nell’arsenale a disposizione) e la polizia belga si è messa immediatamente sulle tracce di altri ricercati, ha fatto sapere la Procura. Nel corso della giornata le indagini hanno indicato la pista di un’azione in solitaria, senza altri complici, come ha puntualizzato in conferenza stampa il primo ministro belga, Alexander De Croo.
Il responsabile dell’attentato morto questa mattina è Abdeslam Lassoued, un cittadino tunisino di 45 anni che, secondo le prime indagini, abitava nel quartiere di Schaerbeek in modo irregolare. Avrebbe presentato domanda di asilo nel novembre 2019, ricevendo decisione negativa, e cancellato dal comune nel 2021, senza però essergli mai stato notificato l’ordine di lasciare il Paese. Secondo quanto spiegato dal ministro della Giustizia, Vincent Van Quickenborne, un servizio di polizia “straniero” aveva informato nel 2016 le autorità belghe che l’uomo aveva un profilo “radicale”, anche se si trattava di informazioni “come decine di altre disponibili quotidianamente” all’epoca degli attentati terroristici legati all’Isis. Nella notte è stata effettuata una perquisizione in Avenue Huart Hamoir a Schaerbeek, l’ultimo luogo di residenza noto del sospetto, prima dello scontro a fuoco di questa mattina con la polizia.
Nelle prime ore della mattinata la Procura federale aveva annunciato l’arresto di un uomo nell’ambito delle indagini, sospettato di essere l’autore dell’attentato. La ministra degli Interni, Annelies Verlinden, ha prima reso noto che l’uomo “è attualmente in rianimazione” e poi ne ha confermato la morte, avvertendo anche sul fatto che “non è escluso” che possano esserci complici ancora in circolazione in città. “Le misure di sicurezza restano attualmente in vigore: maggiore vigilanza e rafforzamento della presenza visibile della polizia”, ha precisato questa mattina il Centro di crisi. Le autorità belghe si sono riunite per un Consiglio di Sicurezza Nazionale alle ore 15 e, alla luce degli sviluppi in giornata, è stato deciso di portare al livello di rischio 3 tutto il Paese, Bruxelles inclusa.
L’attentato a Bruxelles
Secondo quanto emerge dalle indicazioni fornite dal Centro nazionale di crisi, l’attentato ha avuto luogo all’incrocio tra Boulevard Saincteclette, Boulevard du Neuvième de Ligne e Boulevard d’Ypres, poco distante dal centro di Bruxelles. Verso le ore 19.15 un uomo è sceso da uno scooter e ha sparato contro i passanti, inseguendo alcune persone che avevano cercato di trovare riparo nell’atrio del Fondo fiammingo per gli alloggi. In un video si vede chiaramente l’attentatore sparare a un uomo all’interno dell’edificio con un fucile semiautomatico di tipo AR-15, prima di uscire e scappare con lo stesso scooter. Secondo le testimonianze l’uomo avrebbe urlato “Allah Akbar” rimettendosi alla guida del mezzo. Le due persone che hanno perso la vita sono entrambe cittadini di nazionalità svedese (uno dei due aveva anche documenti svizzeri) mentre la terza è considerata “fuori pericolo”, come reso noto in tarda serata dalla Procura federale. Alle ore 21:13 è stata attivata l’emergenza federale ed è stato mobilitato il Centro nazionale di crisi, riconoscendo il movente terroristico dell’attentato.
Come si legge nella pagina che fornisce indicazioni in diretta sullo stato della crisi, il movente dell’attentato sarebbe legato alla nazionalità svedese delle due vittime. Lo stesso uomo ha affermato in un video pubblicato sui social media di ispirarsi allo Stato Islamico e che era stata superata una “linea rossa” rispetto al Libro sacro dell’Islam: Il riferimento è ai casi tra gennaio e giugno di quest’anno alle copie del Corano bruciate nella capitale svedese Stoccolma. Ecco perché “sulla base dei fatti e della rivendicazione” le autorità belghe hanno adottato “con urgenza” in serata misure di sicurezza per proteggere i tifosi svedesi in città, in particolare mettendo in atto un piano di evacuazione degli spettatori nello stadio a cinque chilometri in linea d’aria dal luogo dell’attentato. Tuttavia, dopo le prime indicazioni del Centro di crisi che negavano possibili legami con il conflitto in corso in Medio Oriente – “non ci sono indicazioni di un potenziale collegamento con la situazione israelo-palestinese” – nella giornata di oggi la Procura federale si è mostrata più cauta, sostenendo che non è più da escludere che la situazione tra Hamas e Israele abbia giocato un qualche ruolo nel determinare l’attacco (per il ritrovamento sui social dell’uomo di post a favore della resistenza palestinese).
Nel frattempo il Centro di crisi aveva alzato il livello di rischio a 3 (“grave”, decretato in caso di minaccia “possibile e probabile”) per il Belgio e a 4 (“molto grave”, deciso in caso di minaccia “grave e imminente”) per Bruxelles, raccomandando ai cittadini della capitale “una maggiore vigilanza” e di “evitare spostamenti non necessari”. Rimarranno chiuse le scuole europee e quelle fiamminghe nella città, mentre il Consiglio Europeo rimarrà temporaneamente chiuso e sia la Commissione Europea sia il Parlamento Europeo chiuderanno gli edifici alle ore 17 (il telelavoro “è raccomandato” e le attività “non urgenti” rimandate, si legge nelle rispettive raccomandazioni allo staff). La compagnia di trasporto pubblico Stib ha annunciato che “la rete può funzionare normalmente”, in linea con le istruzioni del Centro di crisi.