Bruxelles – Quest’anno un ingresso irregolare su due alle frontiere esterne dell’Ue è stato registrato dal Mediterraneo centrale. Tuttavia, il numero di attraversamenti della rotta che dalle coste libiche e tunisine termina in Italia è diminuito di un terzo rispetto al mese precedente e i Balcani occidentali sono diventati la rotta migratoria più attiva a settembre.
In generale, il numero di rilevamenti di attraversamenti irregolari alle frontiere esterne dell’Ue è aumentato del 17 per cento nei primi nove mesi del 2023 arrivando a 279.350, il totale più alto dal 2016, secondo i calcoli preliminari dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex). Le prime tre nazionalità su tutte le rotte quest’anno sono Siria, Guinea e Costa d’Avorio.
Il Mediterraneo centrale rimane la rotta più attiva verso l’Ue quest’anno, con oltre 131.600 rilevamenti segnalati dalle autorità nazionali nei primi tre trimestri del 2023. Si tratta del totale più alto su questa rotta per questo periodo dal 2016. Le traversate marittime rimangono estremamente pericolose e letali: secondo i dati dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim), quest’anno sono scomparse nel Mediterraneo più di 2.384 persone, la stragrande maggioranza lungo la rotta del Mediterraneo centrale.
Nel periodo gennaio-settembre, la rotta dei Balcani occidentali, la seconda rotta più attiva con oltre 81.800 rilevamenti, ha registrato un calo del 23 per cento, in gran parte a causa delle politiche più restrittive in materia di visti. Nei primi nove mesi dell’anno è diminuito del 12 per cento anche il numero di attraversamenti irregolari nel Canale della Manica verso il Regno Unito, attestandosi a oltre 46.500.