Bruxelles – La Commissione Europea è accusata di aver abusato dei suoi poteri limitando la vendita dei prodotti a tabacco riscaldato. La denuncia arriva da PJ Carroll & Company e Nicoventures Trading, due società coinvolte nella vendita e commercializzazione di prodotti a base di tabacco riscaldato in Irlanda, che hanno contestato allo Stato irlandese il recepimento in legge di una direttiva della Commissione europea. Secondo le due società, la direttiva del 2022 disposta dall’organo esecutivo dell’Unione europea – che vieta la vendita su tutto il territorio comunitario di prodotti del tabacco riscaldato aromatizzati a partire dal 23 ottobre 2023 – oltrepasserebbe i suoi poteri. È compito dei co-legislatori del Parlamento e del Consiglio dell’Ue adottare norme legislative (proposte dall’esecutivo Ue). Per questo le società accusano la Commissione di aver ecceduto i poteri ad essa delegati dai co-legislatori dell’Unione. Quella del 2022, inoltre, modifica la precedente direttiva del 2014 su questo genere di prodotti, anno in cui il tabacco riscaldato non era ancora in commercio.
Il tribunale di Dublino sembra essere intenzionato a portare avanti il caso giudiziario, deferendolo alla Corte di giustizia europea a Lussemburgo. Prova ne è che, secondo Eureporter, ha già chiesto agli avvocati di entrambe le parti di concordare le questioni sulle quali la Corte si dovrebbe pronunciare. Al centro del caso c’è il glo, che rappresenta un’alternativa alla sigaretta. Si tratta di un prodotto in cui non avviene combustione, ma il tabacco viene soltanto riscaldato. Da quando, a fine ottobre, la direttiva della Commissione sarà recepita, la vendita di questo prodotto (e di altri che funzionano con lo stesso meccanismo) sarà vietata. Il giudice Cian Ferriter, nella sua sentenza, ammette che potrebbero esserci tutti gli elementi per dichiarare non valida la recente direttiva in materia: “La Commissione aveva vietato una categoria di prodotti del tabacco che era nuova sul mercato, che non esisteva al momento dell’entrata in vigore della direttiva sui prodotti del tabacco nel 2014 e che non era stata oggetto di valutazioni politiche e sanitarie separate”.
Quando è stata adottata la direttiva del 2022, quattro Stati membri – Italia, Grecia, Bulgaria e Cipro – avevano rilasciato una dichiarazione congiunta contro la decisione dell’esecutivo comunitario: “Riteniamo che l’atto delegato proposto dalla Commissione abbia un profondo impatto sulla disciplina dei prodotti da tabacco riscaldato”. Dal momento in cui le quattro capitali non erano convinte sul fatto che “una riforma tanto complessa e ampia possa essere introdotta per mezzo di un atto delegato”, allora avevano espresso “preoccupazione che questo uso del potere delegato da parte della Commissione mette alla prova l’equilibrio interistituzionale, creando incertezze legali e difficoltà pratiche per tutte le parti coinvolte”.