Bruxelles – Masha Amini, Monsignor Álvarez insieme a Vilma Núñez de Escorcia e le donne che lottano in favore dell’aborto sono i tre finalisti nominati oggi (12 ottobre) dalle commissioni Affari esteri (Afet) e per lo Sviluppo (Deve) per il premio Sakharov 2023, indetto dal Parlamento europeo per onorare individui e organizzazioni eccezionali che difendono i diritti umani e le libertà fondamentali.
“Ci tengo a sottolineare che il Parlamento europeo sostiene tutti coloro che, nel mondo, dedicano le loro vite alla difesa dei valori democratici“, ha dichiarato in un video su X il presidente della commissione Afet, David McAllister. Anche Udo Bullmann, presidente della sottocomissione per i Diritti umani, ha ribadito la posizione di forte impegno politico del Parlamento al fianco di chi lotta per questi diritti: “Il premio Sakharov non è solo un atto simbolico nel giorno della cerimonia di premiazione, è un impegno politico del Parlamento a sostenere i vincitori e le loro cause nel lungo periodo“.
Jina Masha Amini e le donne iraniane sono state nominate dal Partito Popolare Europeo (Ppe), dai Socialisti e Democratici (S&D) e da Renew Europe come riconoscimento per il sostegno dei diritti delle donne. La ventiduenne Amini fu arrestata e picchiata dalla cosiddetta polizia morale per aver indossato l’hijab nel modo “sbagliato” nel settembre 2022, a Teheran. La sua morte, avvenuta pochi giorni dopo a causa delle violenze subite, ha scatenato un movimento di protesta delle donne (e degli uomini) iraniane, che si ribellano principalmente contro la legge sull’hijab dietro lo slogan “Donna, Vita, Libertà”.
Vilma Núñez de Escorcia e Monsignor Rolando José Álvarez Lagos (Nicaragua), hanno ottenuto la nomina da 43 deputati. I due sono stati oggetto di ripercussioni da parte delle autorità nicaraguensi per le loro azioni di difesa dei diritti umani e le loro critiche al regime del presidente Daniel Ortega. Per continuare a lottare per i diritti e la libertà, hanno deciso entrambi di rimanere nel loro Paese nonostante le persecuzioni. Scelta che è costata a Monsignor Álvarez 26 anni di carcere e la sospensione della cittadinanza e a Vilma Núñez de Escorcia la privazione delle sue proprietà, della pensione e del diritto alle cure mediche.
Justyna Wydrzyńska (Polonia), Morena Herrera (El Salvador) e Colleen McNicholas (Stati Uniti), nominate dal gruppo della Sinistra, sono state scelte in quanto donne che lottano per l’aborto libero, sicuro e legale. Wydrzyńska difende i diritti delle donne polacche, anche in quanto membro dell’Abortion Dream Team, condannata a otto mesi di servizio comunitario per aver aiutato una donna ad abortire in Polonia. Herrera è un’attivista femminista e sociale, che sostiene l’accesso sicuro e legale all’aborto in El Salvador. McNicholas è un ostetrica e ginecologa americana con una solida esperienza nella cura dei pazienti di alta qualità e nella difesa della salute riproduttiva.