Bruxelles – Standard simili a quelli della Commissione europea ma tempi più lunghi per la loro entrata in vigore. La commissione Ambiente (Envi) del Parlamento europeo ha adottato oggi (12 ottobre) con 52 voti favorevoli, 32 contrari e 1 astensione la sua posizione sui nuovi standard di emissione Euro 7 per ridurre le emissioni inquinanti e fissare requisiti di durata delle batterie per autovetture, furgoni, autobus e camion.
La relazione – a prima firma dell’eurodeputato di Ecr, Alexandr Vondra – è passata con il sostegno dei gruppi Renew Europe, Partito popolare europeo, Conservatori e riformisti europei e Identità e democrazia, mentre i 32 voti contrari sono arrivati dai Socialisti e Democratici, dai Verdi e dalla Sinistra che hanno denunciato la scarsa ambizione ambientale del testo che finirà al voto dell’intera plenaria del Parlamento europeo a novembre. Il testo che uscirà da Strasburgo il mese prossimo sarà il mandato dell’Eurocamera per avviare il negoziato con gli Stati membri Ue, che hanno adottato la loro posizione lo scorso 25 settembre al Consiglio Ue competitività, annacquando di molto l’ambizione iniziale della proposta della Commissione europea.
La proposta Ue sugli Euro 7
La proposta sui nuovi standard Euro 7 è stata avanzata da Bruxelles a novembre dello scorso anno, proponendo di rendere i test sulle emissioni dei veicoli più coerenti con le condizioni di guida reali e di fissare limiti alle emissioni di particolato causate dall’usura di freni e pneumatici (che, secondo Bruxelles, stanno per diventare le principali fonti di emissioni di particolato dai veicoli), con l’obiettivo di ridurre entro il 2035 le emissioni di ossido di azoto (NOx) di auto e veicoli commerciali leggeri del 35 per cento rispetto al precedente standard Euro 6.
Gli standard di emissione Euro 7 introducono dunque limiti più ambiziosi per gli inquinanti atmosferici, ma non riguardano le emissioni di CO2 che invece sono regolate dal regolamento sull’addio alla vendita delle auto e dei furgoni con motore a combustione interna, diesel e benzina, dal 2035. La proposta però è bersaglio politico di un gruppo di Stati membri ridotto ma del peso politico della Germania e dell’Italia, che nei mesi scorsi si sono riuniti nel formato ministeriale per alzare la voce contro la proposta e rimandarne i lavori legislativi, o almeno annacquarne gli obiettivi. Anche se la Commissione sembra intenzionata a portare avanti il dossier, nonostante le critiche.
Il mandato in Envi
Rispetto alla proposta della Commissione europea di novembre 2022, la commissione ambiente ha spostato in avanti l’entrata in vigore dei nuovi standard. Gli eurodeputati hanno di fatto mantenuto gli standard proposti dalla Commissione per le emissioni inquinanti (come ossidi di azoto, particolato, monossido di carbonio e ammoniaca) per le autovetture, ma le norme sulle emissioni attualmente in vigore (gli standard Euro 6) si applicherebbero fino al primo luglio 2030 per auto e furgoni e fino al primo luglio 2031 per autobus e camion (mentre la Commissione Ue proponeva rispettivamente 2025 e 2027).
Gli eurodeputati di Envi hanno proposto inoltre un’ulteriore ripartizione delle emissioni in tre categorie per i veicoli commerciali leggeri in base al loro peso. Il testo adottato propone limiti più severi per le emissioni di gas di scarico degli autobus e dei veicoli pesanti, compresi i livelli fissati per le emissioni reali di guida. Tra le altre proposte degli eurodeputati, anche un passaporto ambientale aggiornato del veicolo con le informazioni quali consumo di carburante, stato della batteria, limiti di emissioni, risultati delle ispezioni tecniche periodiche; requisiti di durata più severi per veicoli, motori e sistemi di controllo dell’inquinamento; obbligo di installare sistemi di bordo per il monitoraggio di diversi parametri quali le emissioni di gas di scarico in eccesso, il consumo reale di carburante ed energia e lo stato di salute delle batterie di trazione.
Nel voto in commissione di oggi è stato bocciato l’emendamento sostenuto dai gruppi dai Ppe, Ecr e Id che mirava a reintrodurre l’utilizzo dei carburanti sintetici, gli e-fuels, dopo il 2035, ma potrebbe essere riproposto in plenaria. Secondo l’eurodeputato di Forza Italia-Ppe, Massimiliano Salini, la battaglia continua in vista del voto finale a novembre dove, tra gli emendamenti, “proporremo anche una definizione di ‘Carburanti CO2 neutri’ che include i biocarburanti sostenuti dall’Italia accanto agli e-fuel della Germania”. Il riferimento di Salini è al fatto che nel regolamento sugli standard CO2 per nuove auto e furgoni è stato introdotto il divieto di immatricolare auto con motori a combustione interna, diesel e benzina, dopo il 2035 pur prevedendo un’eccezione per i carburanti sintetici.
“Abbiamo trovato con successo un equilibrio tra gli obiettivi ambientali e gli interessi vitali dei produttori”, ha esultato l’eurodeputato relatore per gli Euro 7 Alexandr Vondra (ECR). Una volta ottenuto il sostegno dell’interplenaria, per poter adottare la posizione del Parlamento per il negoziato con gli Stati membri Ue. Il testo manca di ambizione secondo i Socialdemocratici e i Verdi che alla fine hanno deciso di votare contro.
“L’accordo del Parlamento europeo non è degno di essere etichettato come Euro 7”, denuncia senza mezzi termini Christel Schaldemose, negoziatore S&D sulla bozza di relazione sull’Euro 7, sottolineando che “come progressisti, siamo impegnati a lottare per una migliore qualità dell’aria per i nostri cittadini. Sfortunatamente, il liberale Renew ha stretto un accordo con i conservatori PPE, insieme all’ECR e all’ID di destra, che non porterà a miglioramenti sostanziali nella qualità dell’aria”. Gli Stati membri Ue hanno adottato il loro mandato lo scorso 25 ottobre durante il Consiglio Ue competitività, annacquando di molto la proposta della Commissione europea.