(ultimo aggiornamento: 10 ottobre, 17:30) Bruxelles – L’Unione europea ha un disperato bisogno di politiche di coesione che puntino su politiche per la famiglia, “perché è vero che l’Italia, e l’Umbria, hanno un alto tasso di popolazione anziana, ma è l’Europa che invecchia“. Donatella Tesei, presidente della Regione Umbria, invita la Commissione europea a investire davvero sulla risposta alla crisi demografica con il prossimo ciclo di politiche per i territori, come espresso dallo stesso esecutivo comunitario. “Mi auguro che non sia solo un auspicio ma un impegno concreto”, sottolinea Tesei, anche se tutto è rimandato al collegio dei commissari che verrà.
Sarà eventualmente le politica di coesione post-2027 a dover insistere sulla crisi demografica che vive l’Unione degli Stati. L’attuale commissaria responsabile per la Demografia, Dubravka Šuica, ha avuto modo di riconoscere come a Bruxelles si sia consapevoli di “tendenze demografiche negative“, che incidono sulla “competitività dell’Europa a livello globale”, e che, proprio per questo, servono dei correttivi. Si tenta di lasciare in eredità un’agenda politica, che potrebbe anche essere ripresa se Ursula von der Leyen dovesse ottenere un secondo mandato dopo le elezioni europee di giugno prossimo.
Con le Regioni e i governi nazionali che fanno fatica, in Europa, a mettere a terra politiche davvero efficaci per invertire la tendenza della denatalità, diventa opportuno una politica di coesione pro-bebé. “La coesione deve certamente perseguire lo sviluppo economico, ma anche rispondere a sfide sociali importanti quali la denatalità e l’invecchiamento della popolazione”, insiste Tesei. Che in questo non è sola.
Anche Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, sposa l’impostazione della Commissione europea. “Condivido, sono molto d’accordo”, confida a Eunews a margine dei lavori del Comitato europeo delle regioni (Cor). L’attenzione della Regione da lui guidata è tale che “ho anticipato questo indirizzo”, ricorda. “Nell’uso delle risorse del Fondo sociale europeo 233 milioni di euro sono stati destinati ad asili nidi gratuiti per le famiglie con reddito annuo inferiore ai 35mila euro”. Questa, spiega, “è un tipica misura che può aiutare” perché in questo modo “la donna può tornare alla propria carriera”.