Bruxelles – “Per la sua lotta contro l’oppressione delle donne in Iran e la sua promozione dei diritti umani e della libertà per tutti”. Con questa motivazione il premio Nobel per la Pace 2023 è stato assegnato a Oslo alla giornalista e attivista iraniana per i diritti umani Narges Mohammadi. L’annuncio della sua premiazione è stato preceduto dallo slogan “Donne, vita, libertà“, che da un anno scandiscono le iraniane e gli iraniani nelle proteste che hanno scosso il paese. Parole pronunciate, arrivando al leggio, da Berit Reiss-Andersen, presidente del Comitato norvegese per il Nobel, che suonano paradossali se si pensa che Mohammadi le ha ascoltate dal carcere di Evin, a Teheran, dove è attualmente detenuta per scontare “un totale di 31 anni di carcere e 154 frustate“. Che seguono a 13 arresti e cinque condanne.
Tempestive le congratulazioni delle donne ai vertici delle istituzioni comunitarie. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha espresso su X i suoi complimenti all’attivista, senza dimenticare tutte le donne iraniane che (insieme agli uomini) combattono dal 16 settembre 2022 contro il regime di Raisi, dopo la morte di Mahsa Amini (in custodia della polizia perché non indossava correttamente il velo): “Congratulazioni a Narges Mohammadi per il suo Premio Nobel per la Pace. Questo riconosce la lotta coraggiosa e nobile delle donne iraniane che sfidano l’oppressione a loro rischio e pericolo. Ispirano le donne di tutto il mondo a difendere la propria libertà e i propri diritti. Siamo con te. Per le donne, la vita, la libertà”.
Congratulazioni che sono arrivate anche dalla presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, la quale ha ribadito, anche lei su X, la vicinanza al popolo iraniano, come detto al marito dell’attivista:”Congratulazioni Narges Mohammadi, vincitrice Premio Nobel per la pace 2023. Dalla prigione, insieme ad altre donne e uomini determinati e coraggiosi, continua a difendere la libertà, la democrazia e l’uguaglianza. Come ho detto a suo marito Taghi Rahmani, resteremo con il popolo dell’Iran”.
Il Comitato di Oslo, ha spiegato la presidente Berit Reiss-Andersen, assegnando questo premio spera di inviare un segnale al governo iraniano affinché “ascolti il proprio popolo”. Come verrà consegnato fisicamente all’attivista a dicembre, rimane però un mistero. Alla domanda, la presidente del comitato norvegese ha detto che spera che il governo iraniano prenda “la decisione giusta”, autorizzando l’attivista e giornalista iraniana a ricevere il Nobel.