Bruxelles – Fare di più, in termini di politiche e finanziamenti adeguati, per affrontare il problema della discriminazione e della segregazione dei bambini rom a scuola. A chiederlo l’Aula del Parlamento europeo, nella risoluzione adottata oggi (4 ottobre) per alzata di mano. Un voto che ricorda come il diritto comunitario e internazionale imponga che tutti i bambini, compresi i bambini rom, dovrebbero beneficiare di opportunità educative uguali e gratuite. Cosa che non avviene, però, in tutti i ventisette Stati membri.
Questo problema si verifica “nelle scuole speciali, così come nei sistemi educativi tradizionali”, denuncia l’europarlamento, che ricorda che i test psicologici standardizzati non dovrebbero essere uno strumento di esclusione. Quello che serve, semmai, sono delle strategie di desegregazione, che coinvolgano anche metodi di apprendimento inclusivi e garanzie per il pieno accesso alle attività scolastiche.
Secondo il testo bisogna poi “spezzare il circolo vizioso della povertà inter-generazionale e delle ridotte opportunità di apprendimento in casa”, vale a dire agire sul contrasto alla povertà e all’esclusione sociale per i bambini rom. Per loro la scuola (soprattutto in età prescolare) ha solitamente un impatto positivo sul loro sviluppo, occupazione e accesso agli alloggi, che così permette quindi di interrompere il ciclo dell’emarginazione. Per migliorare la situazione, l’Unione europea ha messo a disposizione dei Ventisette diversi strumenti finanziari nazionali, tra cui tra cui Erasmus+, il Fondo sociale europeo Plus, il Fondo europeo di sviluppo regionale e il Fondo per la ripresa e la resilienza.
L’Unione europea aveva già avviato diverse procedure di infrazione nei confronti della Repubblica ceca nel 2014, della Slovacchia nel 2015 e dell’Ungheria nel 2016, dando un forte segnale di attenzione al tema, relative alla direttiva sull’eguaglianza razziale. A queste, si aggiunge la decisione di deferire la Slovacchia alla Corte di giustizia dell’Unione europea dello scorso 19 aprile, per non aver affrontato sufficientemente la discriminazione contro i bambini rom a scuola. Procedure che, però, non hanno risolto il problema.
“La Commissione dovrebbe fare tutto ciò che è in suo potere per proteggere i valori fondamentali dell’Unione, iniziando a incanalare i fondi Ue verso pratiche non discriminatorie – riporta il Parlamento europeo in una nota diffusa dopo il voto – valutando la situazione nel contesto dello spazio europeo dell’istruzione entro il 2025″.
Ammoniti dall’Eurocamera anche i Paesi membri, che dovrebbero intensificare gli sforzi per eliminare la discriminazione sistemica, oltre che monitorare sistematicamente i rischi di abbandono e fornire aiuto pedagogico e consulenza. Anche le attività extra-curriculari per i genitori sono importanti, poiché coinvolgerli in modo significativo aiuterebbe anche a ridurre i tassi di abbandono.
I deputati hanno condannato soprattutto il fatto che le scuole frequentate dai bambini rom spesso non hanno una capacità sufficiente, operano su due turni, sono situate in edifici separati e fatiscenti o in scuole container. E, non per ultimo, offrono una qualità dell’istruzione inferiore agli standard e quindi, di fatto, segregata.