Bruxelles – Allineamento su tutte le ambizioni climatiche dell’Ue, ma sguardo al futuro del nuovo Green Deal 2.0 a cui Ursula von der Leyen ha fatto riferimento nel suo Discorso sullo Stato dell’Unione. E’ continuità con maggiore ambizione quella che ha promesso ieri sera (2 ottobre) l’olandese Wopke Hoekstra in audizione in commissione per l’ambiente (Envi) del Parlamento europeo, riunita a Strasburgo a margine della plenaria, per convincere gli eurodeputati a sostenere la sua idoneità a diventare il nuovo commissario europeo per l’Azione per il clima dopo l’uscita di scena di Frans Timmermans.
Uno sguardo al passato per promettere la continuità con il lavoro svolto dal suo predecessore e “per chiudere tutti i dossier” del Green Deal e del ‘Fit for 55’ rimasti in sospeso; e uno sguardo al futuro alle intenzioni dichiarate da von der Leyen di dare vita a un nuovo Patto verde dell’Ue, che sia più inclusivo per agricoltori e industria. “Se sarò confermato come commissario, le mie priorità saranno la continuità e l’ambizione, il mio mandato sarà guidato dalla scienza e servirà a dare voce alle future generazioni”, ha rivendicato l’olandese, ricordando che quanto alla transizione “stiamo correndo una maratona, non facendo uno sprint e attraverso il portafoglio per il clima voglio gettare le basi per un Green Deal 2.0 sul clima, sulla biodiversità, sull’economia circolare e sull’inquinamento per contribuire ad aumentare le ambizioni globali”.
Sul fronte di politica climatica interna, fissare il nuovo target di riduzione delle emissioni per il 2040 sarà il file più importante di cui si occuperà e il politico olandese ha promesso che la comunicazione della Commissione europea arriverà nel primo trimestre del prossimo anno e che cercherà di seguire le raccomandazioni dei consulenti scientifici che hanno suggerito a Bruxelles di tagliare le emissioni del 90 per cento (rispetto ai livelli del 1990) entro il 2040. “Il comitato consultivo scientifico ha già pubblicato un rapporto con raccomandazioni su fattibilità tecnologica, limiti e rischi ambientali e sulla cooperazione internazionale” e ha proposto “di ridurre le emissioni del 90 per cento” rispetto ai livelli del 1990, per arrivare alla piena neutralità entro il 2050. Il commissario designato ha promesso che la Commissione preparerà “una valutazione d’impatto approfondita e analizzerà differenti scenari, costi e benefici”, impegnandosi a lavorare “in linea con i suggerimenti del comitato consultivo”.
47enne ed ex ministro degli Esteri dell’attuale governo Rutte, Hoekstra è esponente dei conservatori liberali del partito Appello Cristiano Democratico (CDA), che a Bruxelles è membro del Partito popolare europeo (PPE), il più numeroso gruppo parlamentare di centrodestra. Dopo l’indicazione di Hoekstra da parte del governo olandese, von der Leyen ne ha proposto il nome al Consiglio e al Parlamento europeo per sostituire Timmermans come nuovo commissario europeo per l’azione per il clima nominato dai Paesi Bassi (dal momento che il collegio della Commissione europea si compone di un membro per ciascuno Stato membro). La sua nomina da parte di von der Leyen è stata criticata nelle scorse settimane dagli eurodeputati di centrosinistra e dei verdi e dalle Ong che si occupano di clima per via di un incarico lavorativo che Hoekstra ha ricoperto nella compagnia petrolifera Shell. Anche per questo, di fronte agli eurodeputati, il candidato ha promesso che uno degli obiettivi del suo mandato sarà quello di porre fine ai sussidi ai combustibili fossili nel quadro della Cop28 ma anche all’interno dell’Ue, definendoli “controproducenti e anacronistici”. Ha quindi assicurato che lavorerà con il resto del collegio per far sì che nel prossimo Quadro finanziario pluriennale (il Qfp) o budget europeo a lungo termine i sussidi alle fossili non siano contemplati. Un’altra via da percorrere – a stretto contatto con il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni – sarà sbloccare il negoziato tra gli Stati membri sulla nuova direttiva sulla tassazione per l’energia, proposta dalla Commissione nel pacchetto ‘Fit for 55’ e ferma al Consiglio.
Se confermato alla guida delle ambizioni climatiche dell’Ue, Hoekstra dovrà battersi a nome dell’Ue a Dubai alla Conferenza sul clima delle Nazioni Unite per alzare le ambizioni di tutti sul clima. Nel quadro della prossima Cop28 che si terrà negli Emirati Arabi Uniti dal 30 novembre al 12 dicembre “lavorerò con tutti i partner dell’Ue per dare vita a una coalizione globale sulle perdite e danni”, il fondo da cui si parla da anni ormai per risarcire i Paesi poveri dagli effetti disastrosi del cambiamento climatico. Ha poi avvertito che “non possiamo lasciare Dubai senza aver ottenuto maggiore ambizione globale in termini di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici”, ha aggiunto. Favorevole a sostenere gli obiettivi già indicati da Bruxelles per la prossima Cop28 per triplicare il tasso globale di diffusione di energie rinnovabili e raddoppiare il tasso globale di efficienza energetica, fissando quindi obiettivi globali entro il 2030.
Timmermans ricopriva il ruolo di vicepresidente esecutivo per il Green Deal, principalmente con due priorità politiche: l’attuazione del ‘Patto verde per l’Europa’ (la strategia di crescita economica per rendere il continente europeo climaticamente neutro entro il 2050) e l’azione per il clima. Accettando le dimissioni dell’olandese, von der Leyen ha deciso di ‘spacchettare’ le sue competenze, scegliendo di assegnare il ruolo di vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo a Šefčovič. Quest’ultimo sarà interrogato oggi dalla commissione Envi, mentre le commissioni Industria ed energia (Itre) e Trasporti (Tran) dell’Europarlamento saranno quelle associate, che quindi parteciperanno alle audizioni con i relatori e saranno coinvolte nel processo di valutazione. Dopo l’audizione di ieri sera, i coordinatori della commissione per l’ambiente (Envi) del Parlamento europeo hanno deciso di sospendere fino a oggi pomeriggio alle 14 la decisione finale sulla nomina del commissario designato per il clima Wopke Hoekstra, come confermato dal presidente di Envi, l’eurodeputato di Renew Europe, Pascal Canfin, su X. La decisione dei coordinatori è necessaria affinché l’intera plenaria del Parlamento di Strasburgo possa pronunciarsi, possibilmente già giovedì 5 ottobre.