Bruxelles – Una data storica. La prima volta di un Consiglio Affari Esteri dell’Ue fuori dai confini comunitari, la prima volta in un Paese candidato, la prima volta in uno Stato in guerra. Da Kiev, i ministri dei 27 e l’Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri, Josep Borrell, riaffermano “l’unità” dei Paesi membri nel supporto all’Ucraina.
Sul tavolo del vertice informale il sostegno militare promesso a Kiev per i prossimi 4 anni – 5 miliardi all’anno attraverso l’European Peace Facility -, l’impegno per una pace giusta secondo le dieci condizioni della formula del presidente Volodymyr Zelensky e il processo di adesione dell’Ucraina al blocco dei 27. Quest’ultimo punto, ha dichiarato in conferenza stampa Borrell, “è l’impegno più forte in termini di sicurezza che possiamo dare all’Ucraina”.
Per poter entrare a far parte dell’Ue a tempo di record – il presidente ucraino ha evidenziato la necessità di iniziare i negoziati sull’adesione entro quest’anno – Kiev deve soddisfare i criteri di adesione e realizzare le sette priorità indicate da Bruxelles. Priorità che spaziano dalla riforma del sistema giudiziario e della legislazione dei media, dalla lotta alla corruzione al potere degli oligarchi e al rispetto dei diritti delle minoranze. “È troppo presto per dire se tutti e 7 i criteri sono stati soddisfatti, da parte nostra saremo pronti quando l’Ucraina sarà pronta”, ha commentato il commissario Ue per l’Allargamento, Olivér Várhelyi.
Sul sostegno allo resistenza militare ucraina, il punto sottolineato dal capo della diplomazia europea è che non si tratta di fare qualcosa di nuovo, ma di “fare di più e più velocemente” quello che l’Unione europea sta già facendo. Borrell ha già proposto una sezione dello European Peace Facility dedicata a Kiev, con cui l’Ue metterebbe sul piatto 5 miliardi all’anno per quattro anni, e ha indicato l’obiettivo di “addestrare 40 mila soldati nei prossimi mesi, incluso l’addestramento speciale per i piloti di aerei da combattimento”. Oltre alla fornitura di armi e munizioni e all’addestramento dell’esercito ucraino, Zelensky e Borrell hanno insistito sull’aumento della “capacità produttiva congiunta dell’industria della difesa“.
Borrell si augura in più di finalizzare entro l’anno l’accordo tra i 27 sulla revisione del quadro finanziario pluriennale, che prevederebbe la mobilitazione di 50 miliardi di euro per l’Ucraina in sette anni. Ma un accordo all’unanimità non sarà facile, visto l’ostruzionismo a oltranza dell’Ungheria. E la fresca elezione del filo-russo Robert Fico in Slovacchia.
Bilaterale tra Zelensky E Tajani: l’Italia ricostruirà la cattedrale di Odessa
La priorità che appare ancora lontana all’orizzonte è quella della pace: per Zelensky “occorre coinvolgere il maggior numero possibile di leader e Stati” nell’attuazione della formula di pace in dieci punti, che il presidente ucraino ha presentato ormai un anno fa al G20 in Indonesia. “Abbiamo preso nota che la formula di Zelensky è l’unica discussa nei vertici internazionali – ha sottolineato Borrell – ed è quindi l’unica valida”. Anche il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha ribadito il suo endorsement alla formula di Pace in 10 punti e in un bilaterale con il presidente ucraino ha assicurato che Roma “continuerà a lavorare per dialogare con partner e interlocutori globali, inclusa la Cina, per la sua attuazione”.
Nell’incontro con Zelensky, il ministro ha promesso che l’Ucraina e la sua ricostruzione avranno la massima priorità durante la Presidenza italiana del G7, nel 2024. Tajani ha dichiarato che “è stato raggiunto un accordo per la ricostruzione della cattedrale di Odessa“, spiegando che “l’Italia darà i migliori architetti per la ricostruzione di questa cattedrale. A margine del bilaterale, Zelensky ha insignito Tajani dell’onorificenza dell’Ordine di Jaroslav il Saggio, un riconoscimento che viene conferito per i servizi resi allo Stato e al popolo ucraino.