Bruxelles – “Il Fentanyl è presente anche in Europa, per il momento ancora su scala ridotta, ma non vogliamo aspettare che il problema esploda” davvero. La commissaria per gli Affari interni, Ylva Johansson, vuole porre un freno sul nascere ad un fenomeno che inquieta sempre di più a livello di Unione europea. La disponibilità di una sostanza 100 volte più forte della morfina e 50 volte più dell’eroina e per il cui contrasto “ho concordato, con le altri istituzioni, un nuovo mandato per la nostra agenzia (l’EMCDDA, l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, ndr), così da avere migliori controlli, migliori valutazioni dei rischio, e aggiornamenti in tempo reale sull’evoluzione della situazione” .
Uno dei principali problemi, per l’Ue, è la difficoltà di capire l’entità e la portata di un fenomeno che sfugge ai controlli. Fonti Ue ammettono che allo stato attuale è estremamente complicato ottenere informazioni complete, in grado di fornire un quadro del traffico illecito. Ma si teme che già adesso la questione del Fentanyl sia più problematica di quanto dichiarato.
E’ certo, comunque, che “viene prodotto qui da noi”, in Europa, sottolinea Johannson al termine dell’ultima riunione dei ministri degli Interni (28 settembre). “Nell’ultimo anno sono stati smantellati 400 laboratori dove veniva realizzata soprattutto meta-anfetamina, ma anche Fentanyl”. Sulla base delle informazioni raccolte, continua, “in Europa il Fentanyl è disponibile soprattutto nei Paesi baltici”, per quanto riguarda il commercio illegale, e utilizza proprio una di queste repubbliche per dare la dimensione del fenomeno.
“Cinque chili di Fentanyl possono uccidere 2,5 milioni di persone, più dell’intera popolazione della Lettonia” (1,8 milioni all’1 gennaio 2023, secondo Eurostat). Uno scenario ancor più pericoloso dal fatto che “viaggiare con 5 chili di Fentanyl è molto semplice”. Per avere un’idea, “siccome il Fentanyl è 50 volte più letale dell’eroina, per uccidere 2,5 milioni di persone con l’eroina ne servono 250 chili, che vuol dire un camion”.
La necessità di porre un freno al fenomeno si spiega in questi numeri, oltre che sulla difficoltà a tenere il tutto sotto controllo. Per questo è stato deciso di “raddoppiare le risorse per la nostra agenzia Ue“, scandisce ancora la commissaria. Accanto al contrasto interno c’è poi la politica della dimensione esterna, vale a dire quanto può entrare nei porti europei. Johansson ha partecipato alla riunione della coalizione globale contro le droghe sintetiche lanciata dal segretario di Stato americano, Anthony Blinken.”E’ una buona iniziativa”. Anche per l’Ue.