Bruxelles – Il numero di minori a rischio povertà nell’Ue aumenta. In un solo anno, tra il 2021 e il 2022, si contano 323mila maschi e femmine in più di età inferiore ai 18 anni in una situazione di grave difficoltà economica. Nell’Ue ci sono adesso quasi 20 milioni di figli (19.996.000) in queste condizioni, a riprova del momento non semplice che l’Unione sta attraversando, tra crisi pandemica e ripercussioni della guerra in Ucraina.
A livello di tassi, l’indice percentuale dice che nell’Ue il 24,7 per cento dei minorenni devono fare i conti con un situazione sempre più delicata e ‘al limite’, con un incremento di 0,3 punti percentuali in un solo anno. Ci sono Paesi ad avere indici più alti, tra cui l’Italia (28,5 per cento), e altri ad averne più bassi, come la Germania (24 per cento), ma è nel dato assoluto che si nota come la situazione tricolore è alla fine meno negativa di quello che può apparire a una prima occhiata.
Quello che salta agli occhi, nei dati diffusi da Eurostat, è l’indice di difficoltà nelle principali economie dell’Eurozona. Francia (3.739.000), Germania (3.495.000) e Italia (2.660.000) i Paesi Ue col maggior numero di minori a rischio esclusione sociale o povertà. Con una differenza, però. Il numero italiano è in controtendenza (-191mila), a dispetto di quello di Francia (+776mila) e Germania (+135mila).
I dati Eurostat si riferiscono a un problema più generale, che vede un deterioramento generalizzato delle condizioni economiche e di vita dei cittadini europei. Con i genitori che fanno fatica, anche i figli di conseguenza ne risentono. Soprattutto se mamme o papà sono costretti a regime di partita Iva, più esposti a rischio povertà.