Bruxelles – La guerra in Ucraina, in particolare, e le nuove tensioni geopolitiche su uno scacchiere internazionale improvvisamente sempre più insicuro, inducono l’Ue a rilanciare l’industria della difesa. La Commissione europea, in una comunicazione riservata agli Stati membri, insiste su questo punto. Tra i vari punti toccati nel documento non legislativo ma comunque di indirizzo politico, l’esecutivo comunitario insiste su un’Europa della difesa, che parte dall’industria per arrivare a qualcosa di più.
L’obiettivo che ci si prefigge è di “sviluppare ulteriormente la sua dimensione di difesa e rafforzare le capacità di difesa dell’Europa“. La Commissione ricorda di aver già avviato il lavoro, come dimostra la proposta di regolamento per gli appalti congiunti in materia di produzione, noto come EDIRPA, e già approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Ue. Ma lo sforzo a dodici stelle non può esaurirsi qui. “Occorre fare di più per rafforzare la base industriale e tecnologica della difesa europea, anche attraverso maggiori investimenti”, sottolinea il team von der Leyen, che annuncia nuove iniziative.
“La Commissione presenterà una strategia europea per l’industria della difesa per preparare il futuro quadro per la cooperazione in materia di difesa”. Si vuole partire dai progressi compiuti fin qui, “attingendo all’esperienza” di EDIRPA e ASAP, il piano per aumentare la produzione di munizioni. Partendo da cui si intende individuare “le leve normative, di programmazione, di coordinamento delle politiche e altre leve per aumentare la nostra preparazione alla difesa”.
La comunicazione non contiene indicazioni su quando questa nuova strategia potrà essere messa sul tavolo. Ma intanto si invia un messaggio alla comunità internazionale, a iniziare dalla Russia. Ma non è escluso che l’annuncio sia anche in chiave anti-cinese, viste le rinnovate tensioni attorno a Taiwan motivo anche di strappi tra Pechino e l’Ue.
Del resto “la nuova realtà richiede di rafforzare la nostra capacità di proteggere gli interessi strategici dell’Europa e di garantire sicurezza ai nostri cittadini e partner”, sottolinea la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, decisa a rispondere colpo su colpo. “Prima della fine del mandato, la Commissione presenterà una proposta per una legge spaziale dell’Ue“, recita ancora la comunicazione.
L’Ue dunque risponde alla sfida posta da Mosca e Pechino per il controllo dei cieli e dell’orbita, e decide di controbattere. La Repubblica popolare continua a inviare satelliti nello spazio per accrescere la sua corsa militare, la Federazione russa ha fallito la sua prima missione lunare da 47 anni mostrando di non aver rinunciato alla tradizionale politica spaziale intrapresa in epoca sovietica.
Non c’è altro modo. Perché “sebbene l’attuazione del Fondo europeo per la difesa stia stimolando l’innovazione e gli approcci cooperativi nel settore della difesa dell’UE, sono necessari ulteriori sforzi per rafforzare la base industriale e tecnologica di difesa europea“. In tal senso “le iniziative dell’UE rimangono cruciali per rafforzare la cooperazione in materia di difesa tra gli Stati membri”, e la comunicazione non fa che rilanciare dibattito e impegno per un’unione della difesa.
Perché progressi siano possibili “dovranno continuare gli sforzi per potenziare la mobilità militare in tutta l’UE e affrontare le minacce informatiche e ibride“. L’Ue vuole dunque essere in grado di spostare mezzi e uomini all’occorrenza, e che intende dotarsi di strutture anti-hacker. Questi ultimi oggi sono i soldati di nuova generazione soprattutto di Russia e Cina.