Bruxelles – I metodi di viticoltura comunitari sono poco green. La Corte dei conti europea, in una relazione pubblicata oggi (25 settembre), ha mostrato preoccupazione sulle misure dell’Ue a favore dei viticoltori: il raggiungimento degli obiettivi ambientali e della competitività del settore non sarebbe consentito, secondo i magistrati contabili comunitari, dalla politica vitivinicola adottata dall’Unione.
Secondo gli auditor dell’Ue (ovvero i magistrati contabili), nonostante i viticoltori ricevano dall’Unione circa 500 milioni di euro all’anno per ristrutturare i vigneti ed diventare più competitivi, la politica vitivinicola europea non avrebbe fatto molto per l’ambiente. Dal 2016, inoltre, i lavoratori del settore possono anche richiedere l’autorizzazione a piantare ulteriori viti per consentire una crescita controllata della produzione potenziale (con un aumento annuo massimo dell’1 %). Ma proprio la misura che offre la possibilità di ristrutturare i vigneti dimostrerebbe scarsa attenzione per gli obiettivi di natura ambientale. Anzi, potrebbe addirittura aver sortito l’effetto opposto: anziché sviluppare progetti volti a ridurre l’impatto della viticoltura sul clima e sull’ambiente, spesso si sarebbe fatto ricorso a scelte come quella di passare a varietà di viti che necessitano più acqua.
I timori ci sono anche per il futuro: nella nuova politica agricola comune (Pac) la riduzione dell’impatto ambientale di questo settore sembra essere limitata e poco ambiziosa. In passato, la Corte dei conti europea aveva raccomandato di collegare esplicitamente i pagamenti a favore degli agricoltori, compresi quelli per i viticoltori, al rispetto di requisiti ambientali, ma questa misura è stata abolita con la nuova Pac.
Sul fronte competitività il giudizio dei magistrati contabili europei non è meno severo. L’obiettivo comunitario di rendere i viticoltori più concorrenziali non è stato conseguito, complice anche il fatto che né la Commissione europea né gli Stati membri valutano in che modo i progetti sostenuti contribuiscano effettivamente a rendere i viticoltori più competitivi. “Sviluppare la competitività del settore vitivinicolo è essenziale e particolarmente pertinente ai fini dell’Ue, ma dovrebbe andare di pari passo con una maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale” ha dichiarato Joëlle Elvinger, il Membro della Corte dei conti europea responsabile dell’audit. “Per quanto riguarda entrambi gli obiettivi, possiamo quanto meno affermare che l’azione dell’Unione non abbia ancora prodotto i risultati sperati”.