Bruxelles – Bruxelles prende di mira, ancora, Intel. La Commissione europea ha multato oggi (22 settembre) il colosso Usa dei microchip per 376,36 milioni di euro per abuso di posizione dominante “precedentemente accertato”, nel mercato dei chip per computer chiamati unità di elaborazione centrale x86 (o Cpu). Secondo la Commissione europea, Intel avrebbe attuato una serie di pratiche anticoncorrenziali volte a escludere i concorrenti dal mercato, in violazione delle norme Antitrust dell’Ue. Nel 2009, la Commissione aveva inflitto alla multinazionale statunitense una multa di 1,06 miliardi di euro, dopo aver scoperto che l’azienda aveva abusato della sua posizione dominante nel mercato dei Cpu x86.
La decisione della Commissione si basava sulla constatazione che Intel aveva messo in atto due forme specifiche di pratiche illegali: concedere sconti totalmente o parzialmente nascosti ai produttori di computer, a condizione che acquistassero tutte, o quasi, le loro Cpu x86 da Intel (i cosiddetti ‘sconti condizionati’); e pagare i produttori di computer per fermare o ritardare il lancio di prodotti specifici contenenti Cpu x86 della concorrenza e per limitare i canali di vendita disponibili per tali prodotti (le cosiddette ‘restrizioni nude’). Nel 2022, il Tribunale ha parzialmente annullato la decisione della Commissione del 2009, in particolare la conclusione della Commissione relativa alla pratica degli sconti condizionati di Intel.
Allo stesso tempo, il Tribunale ha confermato che le palesi restrizioni di Intel costituivano un abuso di posizione dominante sul mercato. Il Tribunale ha inoltre annullato integralmente l’ammenda inflitta all’Intel, perché non poteva stabilire l’importo della sanzione relativa alle sole restrizioni bare. Dopo la sentenza, la Commissione infligge oggi un’ammenda a Intel solo per le restrizioni nude, che hanno avuto luogo tra novembre 2002 e dicembre 2006 e consistevano nei pagamenti effettuati dal colosso a tre produttori di computer (ovvero Hp, Acer e Lenovo) per fermare o ritardare il lancio di prodotti della concorrenza contenenti Cpu x86 e per limitare i canali di vendita per questi prodotti. “Imponiamo nuovamente una multa di 376,36 milioni di euro a Intel per aver abusato della sua posizione dominante nel mercato dei chip per computer”, ha commentato in una nota il commissario Didier Reynders, responsabile della politica di concorrenza. “Intel ha pagato i propri clienti per limitare, ritardare o annullare la vendita di prodotti contenenti chip per computer del suo principale rivale. Questo è illegale secondo le nostre regole sulla concorrenza. La nostra decisione dimostra l’impegno della Commissione a garantire che violazioni antitrust molto gravi non rimangano senza sanzioni”.