Bruxelles – La Grecia è rimasta indietro nell’attuazione della legislazione dell’Ue per la gestione efficace dei fiumi e la lotta ai rischi di inondazioni. L’organo esecutivo dell’Ue, quindi, ha deciso di controllare da vicino che venga messa in atto da parte della Grecia la Direttiva Alluvioni, dopo aver affermato, tramite un portavoce, che il Paese non è stato in grado di rivedere in tempo i documenti necessari. La Grecia era già sotto osservazione della Commissione dallo scorso febbraio, quando aveva aperto una procedura di infrazione nei confronti del Paese mediterraneo.
La Direttiva Alluvioni, adottata nel 2007, mira a ridurre e gestire i rischi che le inondazioni comportano per la salute umana, l’ambiente, il patrimonio culturale e l’attività economica. Questa impone a tutti i Paesi dell’Unione di valutare le aree in cui potrebbero verificarsi inondazioni significative, di mappare l’entità delle inondazioni e dei rischi che potrebbero provocare e di adottare misure adeguate e coordinate per ridurre il rischio di inondazioni. La Direttiva comunitaria prevede, poi, un Piano di gestione del rischio di alluvioni (PGRA), con lo scopo di costruire un quadro omogeneo per la valutazione e la gestione dei rischi da fenomeni alluvionali. Piano per il quale non è ancora iniziata la fase di consultazione pubblica soltanto per Cipro e la Grecia, mentre la maggior parte degli Stati dell’Ue lo ha già comunicato integralmente. A questa si aggiunge un’altra Direttiva Ue, quella adottata nel 2000 sul quadro delle acque (WFD), per la quale tutti i Ventisette sono tenuti ad adottare un piano di gestione dei bacini idrografici e a darne conto alla Commissione europea ogni sei anni. Tutto ciò, nonostante la Commissione europea avesse dichiarato, lo scorso 12 settembre, che la Grecia potrebbe attingere fino a 2,25 miliardi di euro in fondi europei per affrontare l’impatto della tempesta.
L’indagine dell’Unione si va ad aggiungere a quella ordinata il 13 settembre da un pubblico ministero della massima corte penale greca, riguardo le cause e la gestione delle inondazioni innescate dalla tempesta Daniel tra il 4 e il 6 settembre. L’inchiesta esaminerà anche se le misure di prevenzione delle inondazioni adottate dalle autorità locali fossero adeguate, alla luce dei chiari avvertimenti anticipati da parte del servizio meteorologico nazionale greco.
Le inondazioni della tempesta Daniel che hanno colpito la Grecia centrale hanno ucciso almeno 17 persone e hanno inondato oltre 75.000 ettari. La zona maggiormente interessata è stata la pianura della Tessaglia, responsabile di oltre un quarto della produzione agricola della nazione. Il governo era già finito nel mirino per la sua gestione disordinata dell’ennesimo disastro naturale in seguito agli incendi di quest’estate, che causarono almeno 16 vittime e devastarono migliaia di ettari di foresta. Il primo ministro Kyriakos Mitsotakis ha annunciato una serie di misure per alleviare e risanare la regione della Tessaglia dopo le inondazioni. Tra queste, che riguardano principalmente il risarcimento della popolazione colpita, c’è la creazione di un nuovo ente di gestione delle acque in Tessaglia che avrà il compito di condurre studi e completare i lavori nella regione, garantendo la gestione dei suoi fiumi e la protezione dei suoi raccolti.