Bruxelles – Settanta giorni. A New York, dove è in corso la 78° Assemblea Generale delle Nazioni Unite, è iniziato il conto alla rovescia per la prossima Conferenza sul clima delle Nazioni Unite, la Cop28 che si terrà a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, dal 30 novembre al 12 dicembre. Ambizioni, target e nuovi investimenti per i Paesi a basso e medio reddito. E’ proprio da New York, prendendo parte al Summit per l’ambizione sul clima, che la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, detta l’agenda su quali saranno le priorità su cui l’Unione europea farà valere il suo impegno diplomatico.
“Abbiamo bisogno di concordare soluzioni efficaci già quest’anno e l’Unione europea sarà un forte alleato in queste discussioni, ma allo stesso tempo dovremmo anche mostrare ambizione nel ridurre le emissioni di gas serra. Dovremmo andare più veloce e rimuovere le cause alla radice del cambiamento climatico”, ha detto la leader dell’esecutivo comunitario. E per farlo serviranno più risorse per i Paesi in via di sviluppo. La presidente della Commissione europea torna a ribadire la necessità di dare un prezzo globale alle emissioni di carbonio. I ricavi, secondo la leader dell’Esecutivo comunitario, possono sostenere la transizione pulita nei Paesi in via di sviluppo, quindi l’idea sarebbe quella di destinare le entrate ai finanziamenti per il clima. L’Unione europea ha introdotto nel 2005 il sistema di scambio quote di emissioni, il mercato del carbonio Ets, con cui secondo i dati snocciolati da von der Leyen un paio di mesi fa avrebbe ottenuto ricavi per 142 miliardi di euro e allo stesso tempo le emissioni sono state ridotte del 35 per cento. Bruxelles è convinta che fissare un prezzo al carbonio sia uno degli strumenti più efficaci per tagliare le emissioni in modo da obbligare chi inquina a pagare una tassa.
Von der Leyen ha confermato che l’Unione europea è al lavoro con i Paesi interessati “per fare sì che almeno il 60 per cento delle emissioni globali sia coperto dalla tariffazione del carbonio entro il 2030″. Ad oggi solo il 33 per cento ne è coperto, con entrate per almeno 95 miliardi di dollari. “Immaginate quante potrebbero essere le entrate, andando a coprire il 60 per cento delle emissioni globali di gas serra”, ha incalzato. Il pacchetto sul clima ‘Fit for 55’ prevede un altro strumento che Bruxelles considera di ‘diplomazia climatica’ per alzare le ambizioni globali sul clima: il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere, ovvero l’idea di obbligare gli importatori ad acquistare certificati di CO₂, come fanno le industrie europee nel sistema europeo del carbonio, e portare a eliminare definitivamente tutte le quote gratuite che ancora vengono rilasciate per non svantaggiare troppo le imprese europee dalla concorrenza internazionale. Questo è il lavoro che l’Ue porta avanti dall’interno, ma è consapevole che rappresenta solo una minima percentuale delle emissioni di gas serra nel mondo (circa l’8 per cento) dunque è necessario coinvolgere i grandi emettitori del pianeta.
Nei prossimi cinque anni, von der Leyen ha confermato che l’Unione europea investirà “almeno quattro miliardi di euro nelle energie rinnovabili e nell’idrogeno nelle economie in via di sviluppo come parte del nostro piano di investimento da 300 miliardi di euro”, la strategia Global Gateway per finanziare progetti e investimenti fuori dall’Unione europea. L’obiettivo è quello di arrivare a raggiungere il target di 100 miliardi di euro di finanziamenti per il clima entro l’inizio della Cop28. Gli altri due grandi temi sono strettamente collegati e riguardano target e ambizioni. Bruxelles ha concordato attraverso la prima Legge Ue sul clima nel 2021 di voler tagliare le emissioni di gas serra di almeno il 55 per cento entro il 2030, rispetto ai livelli registrati nel 1990. “E la buona notizia è che siamo già sulla buona strada per superare questo obiettivo”, ha rivendicato von der Leyen, sottolineando però che lo stesso livello di ambizione dovrà essere riscontrato tra gli altri grandi emettitori della terra. Alzare le ambizioni e aumentare i target sono le due facce della stessa medaglia. Per questo l’Unione europea sta lavorando per dare nuovo impulso alla transizione energetica pulita globale. Bruxelles insieme al presidente della Co28, Sultan Al Jaber, al presidente del Kenya al primo ministro delle Barbados e ad altri stanno lavorando per costruire una “coalizione globale” per concordare obiettivi vincolanti a livello globale per triplicare la diffusione di energia rinnovabile e invece raddoppiare i risparmi energetici annuali entro il 2030. “Ci servono questi obiettivi globali”, ha dichiarato la presidente.