Bruxelles – Il Parlamento europeo sembra aver già scelto a chi conferire l’edizione 2023 del premio Sakharov per la libertà di pensiero: Mahsa Amini e il movimento internazionale per i diritti delle donne. A sostenere la nomination per l’annuale riconoscimento a chi più si distingue per difesa e sostegno dei diritti fondamentali i popolari (Ppe), i socialdemocratici (S&D) e i liberali (Re), che insieme controllano la maggioranza assoluta dell’Aula. L’esito del voto, dunque appare annunciato. Ma nel giorno in cui vengono svelati i canditati, spicca il nome proposto dai sovranisti di Identità e democrazia (Id), di cui fa parte la Lega: Elon Musk.
Nonostante alcuni esponenti del Carroccio abbiano l’abitudine di bloccare account di utenti considerati ‘fastidiosi’, si vuole premiare l’imprenditore statunitense per l’intenzione di fare di X, il vecchio Twitter, un posto di vera libertà di espressione perché senza limitazioni. Il leader leghista, Matteo Salvini, non ha dubbi: è lui il candidato ideale e il nome giusto per premio Sakharov. “Con il suo impegno in X ha dato e continua a dare un importante contributo per aumentare democrazia e libertà in rete, contro ogni censura”.
Il vincitore finale sarà annunciato ad ottobre e la cerimonia di premiazione avrà luogo durante la seduta plenaria di dicembre a Strasburgo. Con i principali gruppi a convergere su Mahsa Amini, su cui l’europarlamento ha rivolto sempre particolare attenzione, l’esito a meno di colpi di scena sembra scontato.
In lizza anche il movimento pro-europeo della Georgia (proposta dai conservatori di Ecr), l’attivista per il clima ugandese Vanessa Nakate (candidato dei Verdi), le attiviste per il diritto all’aborto in Polonia e negli Stati Uniti (la Sinistra). Ci sono poi gli attivisti per l’istruzione in Afghanistan (sostenuti da 49 europarlamentari) e Monsignor Rolando José Álvarez Lagos (proposta di 43 eurodeputati dei Non iscritti) per la sua attività in Nicaragua.
Per Amini si ripropone una situazione analoga a quella verificatasi un anno fa, quando la maggior parte dell’Aula converse sul nome del presidente dell’Ucraina, poi insignito del premio Sakharov.