Bruxelles – Nuove regole per le etichette Made in Italy nel settore del tessile per combattere la concorrenza sleale e le problematiche ambientali. È la proposta presentata dall’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Maria Angela Danzì ieri (19 settembre) all’Eurocamera, durante l’evento “Qualità e tracciabilità per tessile sostenibile”. Danzì ha sottolineato l’importanza di questa novità non soltanto per rendere il settore più competitivo sul mercato globale, ma anche per tutelare i consumatori e l’ambiente, nel rispetto delle stringenti regole europee che permettono all’industria di essere sostenibile.
L’attuale disciplina prevede che perché un prodotto sia classificato come Made in Italy è sufficiente indicare, in particolare, che almeno due delle fasi di lavorazione per ciascun settore sono state eseguite nel territorio italiano. “Oggi si contano in Italia 40.000 aziende tessili per un totale di 400.000 lavoratori impiegati: si tratta di un settore in grande sofferenza anche perché molte grandi case di moda acquistano i tessuti all’estero e usano impropriamente il marchio Made in Italy sfruttando le maglie larghe dell’attuale sistema europeo delle etichettature”, ha dichiarato Danzì. La proposta è quella di avere una maggiore trasparenza e tracciabilità, come già è avvenuto per il settore agroalimentare. Per ottenerla l’europarlamentare del M5S ha chiesto al Parlamento europeo che si preveda l’obbligatorietà in etichetta di tutti e quattro i passaggi del tessile: “Se si vuole veramente difendere il tessile e l’abbigliamento italiano bisogna salvaguardare l’integrità di tutta la filiera, comparto con punte di eccellenza nella tutela dei diritti dei lavoratori, dell’ambiente, della sicurezza e salute dei consumatori. L’occasione per questa rivoluzione copernicana sono gli atti delegati del regolamento Ecodesign in via di approvazione definitiva“, ha aggiunto. Regolamento, questo, che serve a dare un quadro per l’elaborazione delle specifiche di progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili.
Tra gli ospiti dell’evento anche Caterina Attiani, responsabile della politica industriale alla rappresentanza permanente italiana presso l’Unione europea, secondo la quale “questo negoziato potrebbe concludersi già sotto il semestre di presidenza spagnola“. Come la stessa Attiani ha ricordato durante l’evento, il Consiglio composto dai ministri del settore competitività ha votato sull’Ecodesign il 22 maggio, mentre il Parlamento europeo ha adottato il mandato negoziale il 12 luglio. Questo regolamento non è una novità: andrà, infatti, a sostituire la direttiva del 2009 (che regolava soltanto gli aspetti energetici), prendendo adesso in esame tutti i prodotti del mercato interno e ampliandone l’ambito di applicazione. Il tutto, con l’aiuto del nuovo strumento del passaporto digitale, che indicherà ai cittadini la provenienza del prodotto che intendono acquistare, permettendo loro di fare scelte più consapevoli. La misura faciliterà anche il divieto, che sarà inserito nella normativa, di distruzione dei beni invenduti (fatta eccezione per le Piccole e medie imprese). “Questo regolamento avrà un impatto molto importante, perché dà la possibilità al consumatore di non comprare niente che venga da Paesi che non rispettano l’ambiente o i diritti dei lavoratori”, ha affermato Alessandra Moretti (Pd), europarlamentare nel gruppo Socialisti & Democratici.
A chiudere l’evento l’europarlamentare di Fratelli d’Italia Pietro Fiocchi, del gruppo Conservatori e riformisti europei, “una voce importante che può servire anche per far dare dal governo giuste indicazioni”, secondo Danzì. Fiocchi ha sottolineato l’importanza, prima ancora di attuare il regolamento, di chiarire tutte le definizioni da un punto di vista giuridico: “Per esempio, Cosa vuol dire fast fashion? Non si può regolamentare il mercato del fast fashion senza definire chiaramente cosa sia”. “È il momento che questa Europa faccia un passo avanti. Noi dobbiamo tutelare la salute dell’ambiente, degli animali e delle persone. Questa è una battaglia che già ha vinto nel settore alimentare, ma oggi ci sono gli strumento per portarla avanti anche nel tessile”, ha affermato Maria Angela Danzì a margine dell’evento.