Bruxelles – Nessun commento o presa di posizione della Commissione europea sulla decisione di Polonia, Ungheria e Slovacchia di non rimuovere le restrizioni unilaterali ai flussi di grano e altri beni agroalimentari dall’Ucraina, nonostante venerdì siano scadute in tutta l’Unione. “In questa fase non possiamo fare commenti, stiamo ancora analizzando le misure, ma dobbiamo insistere per essere sicuri che il sistema annunciato venerdì funzioni. Continuiamo a impegnarci in modo costruttivo come abbiamo fatto nel quadro della piattaforma di coordinamento”, ha detto durante il briefing quotidiano con la stampa la portavoce dell’Esecutivo comunitario responsabile per il commercio, Miriam Garcia Ferrer, rispondendo a una domanda sulla decisione annunciata dai 3 Paesi.
Dalla mezzanotte di venerdì 15 settembre sono scadute ufficialmente le misure “preventive” (così le chiama la Commissione europea) introdotte a maggio per impedire che grano, mais, colza e semi di girasole originari dell’Ucraina fossero immessi nei cinque Paesi Ue ‘di frontiera’ con Kiev, Polonia, Ungheria, Bulgaria, Slovacchia e Romania che per mesi hanno denunciato strozzature logistiche e accumuli eccessivi di grano e altri cereali sui loro mercati agricoli, contribuendo a svalutarne anche i prezzi. I Paesi in questione ne hanno chiesto a più riprese la proroga fino alla fine dell’anno, ma venerdì la Commissione europea ha deciso di non prorogarle oltre dal momento che “abbiamo concluso che le misure preventive messe in atto su base temporanea non erano più necessarie, il lavoro della piattaforma” di coordinamento di cui fa parte anche l’Ucraina “ha permesso di aumentare in modo significativo il commercio attraverso le corsie di solidarietà ma anche di migliorare la loro capacità e di risolvere problemi logistici concreti”, ha assicurato la portavoce.
In cambio della revoca delle misure restrittive, Kiev ha acconsentito a introdurre misure per controllare i flussi di beni agroalimentari e a presentare un vero e proprio piano d’azione entro la giornata di oggi, nel quadro dei colloqui con la Commissione europea nella piattaforma di coordinamento. Alla decisione di non prorogare le misure, Polonia, Ungheria e Slovacchia hanno annunciato che nonostante le indicazioni della Commissione non rimuoveranno le restrizioni all’import. La politica commerciale è una competenza esclusiva della Commissione europea, dunque misure commerciali restrittive adottate unilateralmente dagli Stati membri sono contrarie al diritto comunitario e inapplicabili.
“L’Italia contribuirà a mediare queste posizioni perché è” un segnale di unità “dell’Europa riuscire a evitare, da una parte, disinteresse ai danni che può subire il singolo Stato e, dall’altra, i potenziali egoismi nazionali che possono emergere”, ha assicurato il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, in un punto stampa a Bruxelles a margine del Consiglio Agricoltura e Pesca, rispondendo a una domanda sulla posizione italiana. “Come Unione europea, dobbiamo tener conto di due importanti questioni: la difesa dell’Ucraina dall’invasione russa ma anche i danni che un processo di liberalizzazione del mercato in alcune aree può portare in alcuni settori. C’è una dialettica aperta che non riguarda solo l’agricoltura”, ha ricordato. Il ministro ha voluto sottolineare però il ruolo che alcune “nazioni”, in particolare “la Polonia”, hanno avuto per aiutare l’Ucraina, anche più di altre. Varsavia “ha aiutato i profughi per prima, è stato un esempio di solidarietà”, ha ricordato ancora, concludendo però che ciò “non toglie che le scelte dell’Europa debbano essere tese soprattutto a restare uniti ed è necessario che ci sia un’azione di solidarietà e solidità mostrata nei fatti”.
“Il fatto che qualunque Stato membro Ue adotti misure unilaterali che comportino restrizioni sul mercato unico mi sembra contrario al diritto comunitario, anche se è compito della Commissione giudicatrice europea”, ha avvertito il ministro spagnolo dell’Agricoltura, Luis Planas, in arrivo al Consiglio Agricoltura e Pesca dell’Ue in corso oggi a Bruxelles. Planas coordina i lavori della riunione, dal momento che la Spagna è presidente di turno dell’Ue. Ha anticipato che nella discussione del pomeriggio “ascolteremo cosa ha da dire la Commissione europea” sulla decisione di tre Stati membri di introdurre misure di embargo unilaterale. “Credo che sia una questione seria, noi non dobbiamo perdere il focus sul sostegno all’Ucraina”. E in reazione al blocco unilaterale dei tre Paesi, l’Ucraina si è detta pronta a fare causa a Polonia, Ungheria e Slovacchia per la decisione nel quadro dell’Organizzazione mondiale del commercio, ha fatto sapere il viceministro per lo Sviluppo economico, il Commercio e l’Agricoltura ucraino, Taras Kachka, in un’intervista al sito “Politico”.