Bruxelles – L’Unione europea fa un passo avanti verso la difesa del lavoro dignitoso. Oggi (18 settembre) il Consiglio ha adottato la sua posizione su un progetto di decisione riguardo l’adozione della Convenzione sulla violenza e le molestie, nota anche come Convenzione 190, adottata dall’Organizzazione internazionale del lavoro e che adesso si chiede agli Stati membri dell’Ue di ratificare e incardinare nella vita di tutti i giorni.
La Convenzione sulla violenza e le molestie è il primo strumento internazionale che stabilisce norme minime sulla lotta agli abusi e ai maltrattamenti legati al luogo di lavoro. Questo fenomeno, “diffuso in tutto il mondo, riguarda più di una persona su cinque”, tra le quali le donne sono particolarmente a rischio, ricorda la presidenza spagnola di turno del Consiglio Ue. Obiettivo della Spagna e imprimere quel cambio di passo contro le violenze e le molestie nel mondo professionale, siano esse fisiche, psicologiche, economiche o sessuali, promuovendo il lavoro dignitoso per tutti, la salute, la sicurezza e l’uguaglianza di genere. Nonché aiutando a combattere ogni forma di discriminazione.
Nello specifico, i Ventisette sono chiamati dal Consiglio a ratificare le parti della Convenzione che riguardano il miglioramento dell’ambiente di lavoro e l’uguaglianza tra uomini e donne in materia di occupazione. “Questa decisione del Consiglio apre la strada agli Stati membri per ratificare la Convenzione 190. Il nostro impegno per un’uguaglianza reale ed effettiva e la non discriminazione è inequivocabile e consente all’Ue di portare avanti le politiche di protezione femminista e i diritti degli uomini e delle donne”, ha dichiarato la ministra spagnola ad interim del Lavoro e dell’Economia Sociale Yolanda Díaz Pérez.
L’obiettivo della Convenzione 190, che sarà adottata soltanto dopo l’approvazione del Parlamento europeo, sempre piuttosto attento a determinate tematiche, è il riconoscimento del diritto di ognuno a un mondo del lavoro libero dalle molestie e che, anzi, lo rispetti e lo promuova. Qui si trova anche la prima definizione internazionale di questo genere di violenza, intesa anche come la sola minaccia di attuare dei comportamenti che possano causare danni fisici, psicologici, sessuali o economici.