Bruxelles – L’italiano Giovanni Kessler, ex capo dell’Olaf, l’Ufficio antifrode europea, è stato condannato in primo grado ad un anno, con la condizionale, oggi a Bruxelles per aver intercettato illegalmente una telefonata nel quadro delle indagini sul comportamento dell’allora commissario europeo per la Salute, il maltese John Dalli, riguardo a un’ipotesi di tentativo di corruzione nei suoi confronti.
La storia risale ad oltre dieci anni fa, ed è molto complicata, ma comunque portò l’allora presidente della Commissione Josè Manuel Barroso a pretendere le dimissioni di Dalli, per il quale il procedimento giudiziario si è avviato a Malta solo lo scorso anno.
L’Olaf era stata allertata all’inizio degli anni 2010 da Swedish Match, un’azienda svedese produttrice di tabacco che sosteneva che l’allora Commissario europeo per la Salute, avrebbe accettato denaro da un suo collega imprenditore per promuovere la commercializzazione in Europa dello “snus”, un tipo di tabacco umido in bustine che si tiene in bocca.
L’Olaf avviò quindi un’indagine, che fu presa in mano dal suo stesso direttore il quale, secondo l’accusa, avrebbe organizzato una discussione telefonica, dal suo ufficio, tra la lobbista pro-tabacco Inge Delfosse e Silvio Zammit. Quest’ultimo, ora deceduto, era un amico di John Dalli, ed avrebbe chiesto una tangente di 60 milioni per intervenire sul commissario che, nel quadro della revisione della Direttiva Ue sul tabacco, voleva proibire lo “snus”. Questa conversazione secondo la sentenza sarebbe stata registrata illegalmente e utilizzata come parte dell’indagine, che portò comunque l’Olaf a stabilire che Dalli era al corrente del tentativo di corruzione, ma non la denunciò mai.
Kessler ha ora un mese di tempo per presentare appello, ma il procedimento è ora a rischio di prescrizione.