Bruxelles – Decimo pacchetto di sanzioni europee ai responsabili della feroce repressione in Iran. Alla vigilia dell’anniversario della morte per mano della polizia morale di Mahsa Amini, che il 16 settembre dell’anno scorso ha scatenato un movimento di protesta nazionale contro il regime di Teheran, il Consiglio dell’Ue ha imposto misure restrittive nei confronti di quattro individui e sei entità ritenute responsabili di gravi violazioni dei diritti umani.
Alla lista delle sanzioni Ue, che conta ora un totale di 227 persone e 43 entità, soni stati aggiunti il vice comandante in capo del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche (Irgc) nel quartier generale della sicurezza centrale dell’Imam Ali e i comandanti della polizia delle province di Mazandaran e Fars . Nell’elenco anche la prigione di Kachui e il suo direttore, le carceri di Sanandaj, Zahedan e Isfshan, l’agenzia Tasnim News e il Consiglio Supremo del Cyberspazio.
A tutti loro sarà imposto il congelamento dei beni sul territorio comunitario, il divieto di viaggiare verso l’Unione Europea e il divieto di ricevere fondi o risorse economiche dai 27 Paesi Ue. È inoltre in vigore un divieto di esportazione verso l’Iran di attrezzature che potrebbero essere utilizzate per la repressione interna o per il monitoraggio delle telecomunicazioni.
“L’Ue e i suoi Stati membri sono uniti nell’esortare le autorità iraniane a rispettare rigorosamente i principi sanciti dal Patto internazionale sui diritti civili e politici, di cui l’Iran è parte“, ha dichiarato l’Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri, Josep Borrell. L’appello che arriva dal capo della diplomazia europea è sempre lo stesso, da ormai un anno, ed è stato oggetto di critica pochi giorni fa da parte dell’Eurocamera perché ritenuto privo di efficacia e di conseguenze per i cittadini iraniani: “eliminare, nella legge e nella pratica, tutte le forme di discriminazione sistemica contro le donne e le ragazze nella vita pubblica e privata e di adottare misure attente al genere per prevenire e garantire protezione alle donne e alle ragazze dalla violenza sessuale e di genere” e “astenersi da qualsiasi futura esecuzione capitale e garantire un giusto processo a tutti i detenuti e a perseguire una politica coerente verso l’abolizione della condanna a morte”. E infine “cessare immediatamente la pratica inaccettabile e illegale della detenzione arbitraria, anche di cittadini Ue e con doppia cittadinanza Ue-iraniana”.
Borrell, a cui l’emiciclo di Strasburgo ha chiesto a gran voce di cambiare strategia nei confronti del regime dei mullah iraniani, ha concluso: “L’Ue e i suoi Stati membri riaffermano il loro forte sostegno ai diritti fondamentali delle donne e degli uomini iraniani e alle loro aspirazioni. Di conseguenza, continuiamo a considerare tutte le opzioni appropriate a nostra disposizione per affrontare qualsiasi questione preoccupante relativa alla situazione dei diritti umani in Iran”.