Bruxelles – Basta forniture di gas naturale liquefatto (Gnl) importato dalla Russia. E’ chiaro il monito che ha lanciato (o rilanciato) ieri la commissaria europea per l’Energia, Kadri Simson, ai governi intervenendo a un evento a Varsavia, in Polonia, sulla sicurezza energetica. L’Unione europea importa ancora troppi volumi di Gnl dal Cremlino e per l’Ue – che si è impegnata ad eliminare le importazioni di energia russa al più tardi entro il 2027 – comincia a diventare un problema di reputazione internazionale.
Secondo i dati snocciolati da Simson, l’Ue ha importato 12,4 miliardi di metri cubi (miliardi di metri cubi) di GNL russo negli ultimi 7 mesi. “Il volume di quest’anno potrebbe essere simile a quello del 2022 o addirittura superiore”, ha messo in guardia la commissaria parlando in conferenza. Solo di recente l’aumento delle importazioni di gas naturale liquefatto dalla Russia è finito al centro del dibattito politico in Ue e la Commissione europea è stata costretta a tenerne conto. Per riflesso del calo delle importazioni di gas via tubo, diversi Paesi stanno diversificando e aumentando le forniture importando gas liquefatto (che viene trasportato via nave), ma la provenienza rimane Mosca.
Un portavoce della Commissione chiarisce che nel 2021 – prima della guerra di Russia in Ucraina, l’Unione europea importava 13,5 miliardi di metri cubi di gas naturale liquefatto dalla Russia e nel 2022 i volumi erano pari a 19,3 miliardi di metri cubi. Solo nei primi 7 mesi dell’anno, tra gennaio e luglio, le importazioni europee di GNL russo sono aumentate del 40 per cento rispetto allo stesso periodo del 2021, secondo un rapporto pubblicato dal gruppo Global Witness. La Commissione finora ha sempre minimizzato chiarendo che anche se i volumi di GNL sono aumentati, si tratta ancora di un livello “relativamente basso” e di una quota molto ridotta delle nostre importazioni energetiche complessive.
La commissaria estone ha puntualizzato ieri che le esportazioni russe di GNL potrebbero restare quest’anno ai livelli dell’anno scorso, “o addirittura leggermente maggiori. Non possiamo esserne contenti”. “Possiamo e dobbiamo ridurre le esportazioni russe di GNL per eliminarle completamente”, ha incalzato Simson. Il blocco dei 27 governi ha già vietato le importazioni via mare di petrolio greggio russo e di prodotti raffinati del petrolio e si è politicamente impegnata ad eliminare le importazioni energetiche al più tardi entro il 2027. Per questo Simson ha incalzato governi e aziende a fare la loro parte riducendo le importazioni su base volontaria (non essendoci un vero embargo da parte Ue) e soprattutto si è rivolta ai due co-legislatori Ue – il Parlamento e il Consiglio Ue – a concordare, quanto prima, nel pacchetto di decarbonizzazione del mercato del gas attualmente in fase di negoziato, “una solida disposizione che consenta agli Stati membri individualmente di limitare, quando la sicurezza dell’approvvigionamento lo consente, l’accesso alle esportazioni di GNL russo”.
La commissaria ha infine riconosciuto il lavoro di diversificazione degli Stati membri, in particolare con i fornitori di energia negli Stati Uniti e nel Nord Africa che hanno costantemente aumentato le esportazioni di GNL verso l’Ue. Ha sottolineato ancora lo sforzo dell’Ue nel costruire nuove infrastrutture per la diversificazione delle forniture con 25 miliardi di metri cubi di nuova capacità di importazione installata dal 2022. “Entro il 2024 avremo ulteriori 45 miliardi di metri cubi di capacità di importazione di gas”, ha puntualizzato ancora la commissaria.