Bruxelles – Si vota sull’Erasmus+. Da oggi (15 settembre) e fino all’8 dicembre, il programma faro dell’Ue per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport sarà al vaglio dei pareri di cittadini e organizzazioni che vogliano partecipare alla consultazione pubblica avviata dalla Commissione europea.
Lo scopo è raccogliere informazioni sui risultati delle novità introdotte dal 2021 e che saranno in vigore almeno fino al 2027, oltre che valutare la generazione precedente del programma, quella del 2014-2020. In particolare, sono attesi riscontri sulle università europee, i centri di eccellenza professionale e le accademie degli insegnanti Erasmus+. L’iniziativa è volta a valutare anche i progressi delle misure messe in atto per rafforzare l’inclusione e migliorare la semplificazione. Ma non solo: grazie alla proposta della Commissione, cittadini e organizzazioni sono chiamati anche a esprimere opinioni e dare suggerimenti.
La consultazione pubblica, che fa seguito alla prima fase dell’iniziativa del 2022 che prevedeva l’invio di contributi, concorrerà a valutare il progetto, che si baserà sui criteri di efficacia, efficienza, pertinenza, coerenza e valore aggiunto dell’Ue. I dati verranno poi raccolti anche mediante indagini, interviste, studi di casi, analisi dei dati e analisi dei social media.
Erasmus+ è uno dei programmi più emblematici dell’Ue, al quale hanno preso parte quasi 13 milioni di persone in 36 anni. Il progetto, noto soprattutto nell’ambito dell’istruzione, sostiene per la prima volta, da quest’anno, la mobilità degli allenatori e del personale nel settore dello sport. Il suo bilancio attuale è stimato a 26,2 miliardi di euro, integrati da circa 2,2 miliardi provenienti dagli strumenti esterni dell’Ue: quasi il doppio rispetto al programma precedente (2014-2020). A partecipare al programma sono tutti gli Stati membri dell’Unione insieme a Norvegia, Islanda, Liechtenstein (i membri dell’Associazione europea di libero scambio (EFTA) che sono membri del SEE, lo Spazio economico europeo), oltre che i paesi in via di adesione, i paesi candidati e i potenziali candidati (Macedonia del Nord, Turchia e Serbia).