Bruxelles – Sedici anni dopo l’ingresso di Bulgaria e Romania nell’Unione Europea, l’adesione dei due Paesi dell’Europa orientale può dirsi conclusa grazie alla chiusura formale del Meccanismo di cooperazione e verifica introdotto nel 2007. A renderlo ufficiale è la Commissione Europea che, attraverso l’annuncio della sua presidente Ursula von der Leyen, ha abrogato oggi (15 settembre) le due decisioni che avevano istituito la misura transitoria per facilitare i progressi nei settori della riforma giudiziaria, della lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata.
“Vorrei congratularmi con la Bulgaria e la Romania per i significativi progressi compiuti dopo la loro adesione all’Ue”, è stato il commento della numero uno dell’esecutivo comunitario: “Lo Stato di diritto è uno dei nostri valori comuni fondamentali come Unione ed entrambi gli Stati membri hanno realizzato importanti riforme negli ultimi anni”. Da parte del Berlaymont la chiusura del Meccanismo transitorio è un “riconoscimento di questi sforzi” e ora i lavori possono continuare – come per gli altri 25 Paesi membri – nell’ambito del ciclo annuale sullo Stato di diritto. La decisione da parte dell’esecutivo comunitario è stata presa lo scorso 5 luglio, quando i co-legislatori del Parlamento e del Consiglio dell’Ue sono stati informati sul fatto che Sofia e Bucarest hanno attuato “tutti gli impegni specifici” nel contesto delle conclusioni del Meccanismo che “termina quando tutti i parametri di riferimento sono stati soddisfatti“, specifica in una nota la Commissione.
Bulgaria e Romania tra Stato di diritto e Schengen
Considerato il fatto che – al momento dell’adesione Ue il primo gennaio 2007 – i due nuovi Paesi membri non erano ancora perfettamente allineati al resto dell’Unione sullo Stato di diritto, la misura transitoria è stata messa in campo per aiutarli a “colmare queste lacune”. Da allora la Commissione Ue ha riferito “regolarmente” sui progressi di Sofia e Bucarest: nell’ottobre 2019 è stata pubblicata l’ultima relazione per la Bulgaria e nel novembre 2022 l’ultima per la Romania. Per entrambi gli Stati membri la Commissione aveva concluso che avevano soddisfatto “in modo soddisfacente” agli obblighi previsti dal Meccanismo e che dovevano “continuare a lavorare per attuare gli impegni specifici” elencati nelle conclusioni. Un lavoro completato nel giugno di quest’anno.
Nonostante alcuni tra i Ventisette (come l’Austria) hanno legato il Meccanismo di cooperazione e verifica all’adesione di Bulgaria e Romania allo spazio Schengen per negare loro l’allargamento, la Commissione Europea ha voluto ribadire con chiarezza che le due questioni “non sono collegate, abbiamo detto diverse volte nel corso degli anni che si tratta di filoni di lavoro distinti, ciascuno con i propri requisiti“, è stato il secco commento della portavoce dell’esecutivo comunitario, Dana Spinant, rispondendo alle domande della stampa di Bruxelles. Il Berlaymont continua a mettere in evidenza la necessità di aprire l’area Schengen ai due Paesi, dopo il via libera alla Croazia dallo scorso primo gennaio (l’ultimo membro a essersi unito all’Unione nel 2013). Da 12 anni Sofia e Bucarest “soddisfano costantemente tutte le condizioni necessarie” per aderire secondo quanto stabilito dal regolamento Schengen, e per questo motivo l’allargamento dell’area che ha abolito le frontiere interne “rimane una priorità politica” per la Commissione: “Dovrebbero essere autorizzate a partecipare pienamente senza ulteriori ritardi.