Bruxelles – La politica monetaria restrittiva impone un nuovo patto di stabilità che guardi a quella crescita che non c’è più, nell’eurozona, e permetta quegli investimenti necessari per tenere fede a impegni e proclami in materia di Green Deal. L’aumento dei tassi di interessi decretato ancora una volta dalla Banca centrale europea irrompe nell’Eurogruppo informale di Santiago de Compostela, dove i ministri hanno il loro bel da fare per non nascondere dubbi e malumori. Il belga Vincent Van Peteghem è quello che, sia pur diplomaticamente, manifesta forse più di altri il proprio disappunto. “Una delle sfide che dobbiamo affrontare è il panorama di tassi di interesse elevati in cui ci troviamo”, dice al suo arrivo prima di prendere parte ai lavori.
La stretta incide sulla capacità delle imprese di accedere a prestiti e finanziamenti, e serviranno dei correttivi europei alle mosse europee prese a Francoforte. Soprattutto in ottica di competizione globale. Il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, guarda con preoccupazione al 2024. “I dati indicano che negli Stati Uniti tornerà la crescita, mentre l’eurozona vivrà un rallentamento”. La partita della green economy l’Ue rischia di perderla. Per questo “dobbiamo investire di più in nuove tecnologie e transizione climatica”. Date le condizioni più restrittive per l’accesso ai finanziamenti, “questo vuol dire che il nuovo patto di stabilità dovrà garantire riduzione del debito e investimenti per la transizione”.
Un’impostazione condivisa anche dal ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, che però attende i dettagli. “Tutti parlano della necessità di ripristinare le riserve di bilancio e tutti parlano della necessità di consentire gli investimenti. Questo è il punto comune, ma, ovviamente, questo ora deve essere attuato da un punto di vista tecnico”. La linea di Berlino, in sostanza, non cambia. Si vogliono “regole affidabili e realistiche” che portino a un minor deficit e a una riduzione dei livelli di debito, possibilmente a ritmi sostenuti.
Se il non semplice negoziato sul nuovo patto di stabilità riguarda gli Stati membri, il compito di tenere la barra a dritta per ciò che riguarda le riforme spetta alla Commissione. Paolo Gentiloni, commissario per l’Economia, invita dunque nuovamente a procedere speditamente. “Un’inflazione ridotta è un obiettivo comune”, la premessa a chi storce il naso di fronte a scelte di politica monetaria considerate come forse eccessiva. “Le nostre politiche dovrebbero evitare di indebolire ciò che sta facendo la Banca centrale europea, e in tal senso l’uso efficiente delle risorse del Recovery Fund resta la cosa migliore da fare”. Tradotto: attuare i piani nazionali per la ripresa (Pnrr), che sono finanziati per l’appunto dal Recovery fund. “Sostenere la competitività industriale nei prossimi mesi e anni”, inclusa quella del settore della clean-tech.
Un invito condiviso anche da Christine Lagarde. La presidente della Bce difende il suo operato, ricordando che di fronte al caro-vita generalizzato “i tassi sono il principale strumento a nostra disposizione”. Cerca di tranquillizzare precisando che “meno crescita non significa recessione”. Quindi ai ministri economici di Eurolandia ricorda quanto ricordato da Gentiloni. “In questo momento è ancora più importante spendere le risorse nel modo giusto”, e in tal senso l’attenzione per gli investimenti dovrebbe essere dedicata alla “transizione verde”.