Bruxelles – Un nuovo passo “storico” per il trasporto marittimo orientato alla neutralità climatica, battezzato dall’ideatrice del Green Deal Europeo. La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha inaugurato oggi (14 settembre) in Danimarca la prima nave porta-container a metanolo verde, varata dall’armatore danese Maersk: “Solo pochi anni fa sarebbe stato improbabile, se non addirittura impossibile, ma con il Green Deal abbiamo risposto alla vostra richiesta per stimolare gli investimenti nella tecnologia verde”.
Nel corso della cerimonia di varo della nave porta-container alimentata a metanolo verde – la prima di una flotta di 25 imbarcazioni che secondo i piani di Maersk dovranno salpare “entro la fine del decennio” – la numero uno della Commissione Ue ha ricordato che “l’idea di un settore navale a zero emissioni quattro anni fa non era altro che un sogno, mancava ancora qualcosa”. Ovvero proprio un piano a livello comunitario per la neutralità climatica che “ha creato la prevedibilità di cui avevate bisogno per agire” e mettere a terra investimenti privati rivoluzionari per un settore che rappresenta il 90 cento del trasporto globale e il 3 per cento delle emissioni complessive di anidride carbonica: “Abbiamo risposto alla vostra richiesta con il Green Deal Europeo presentato nel 2019”, è quanto rivendicato da von der Leyen, sottolineando allo stesso tempo che non implica “solo la visione per far diventare l’Europa il primo continente climaticamente neutro, ma anche leggi vincolanti che tutti i nostri 27 Stati membri – il più grande blocco economico sulla Terra – hanno firmato“.
Il metanolo verde è un biofuel di seconda generazione, caratterizzato proprio dalle fonti utilizzate per la sua produzione. Mentre il metanolo classico è un composto chimico estratto dai combustibili fossili, il metanolo verde si ricava da fonti rinnovabili. Esistono due modalità per produrlo: il bio-metanolo si ottiene dalla biomassa di materie prime sostenibili (rifiuti forestali e agricoli, biogas delle discariche, acque reflue e rifiuti solidi urbani), l’e-metanolo si genera dalla CO2 catturata dalla combustione del legno e dall’idrogeno verde ottenuto dalla produzione di elettricità. Per la produzione è necessario un processo che passa da un elettrolizzatore, prima di essere trasformato in metanolo verde mediante una catalisi con l’anidride carbonica. Ne risulta un liquido che ha la stessa composizione chimica del metanolo, ma che può essere sfruttato come combustibile per mezzi di trasporto terrestri, marittimi e aerei. Il suo punto di forza come carburante è l’abbattimento degli inquinanti nell’aria, con una riduzione stimata delle emissioni di anidride carbonica pari al 95 per cento.
Nello specifico con la flotta di navi di Maersk “saranno salvati 2,75 milioni di tonnellate di CO2 all’anno“, ha ricordato la numero uno dell’esecutivo comunitario, che ha insistito in particolare sulla collaborazione tra settore pubblico e privato: “Siamo in questa transizione insieme”, dal momento in cui il piano per i target climatici dell’Unione “allinea le ambizioni politiche e gli investimenti pubblici con quelli privati e l’innovazione”. È proprio la nave inaugurata oggi – “il frutto del Green Deal” – a dimostrare che il settore navale può essere “più pulito e sostenibile”. In altre parole, per la leader della Commissione Ue il piano verde dell’Ue “sta mantenendo le promesse, perché stiamo coniugando la responsabilità ecologica con le opportunità economiche“. Con la decarbonizzazione del settore del trasporto marittimo “non stiamo solo combattendo contro il cambiamento climatico, ma stiamo anche creando una nuova catena di approvvigionamento, nuove industrie e migliaia di nuovi posti di lavoro”. La strada è tracciata, ha concluso von der Leyen: “Stiamo già sviluppando energie rinnovabili come mai prima e ci saranno molti più investimenti“, come dimostrato dal fatto che “quest’anno per la prima volta in Europa abbiamo generato più elettricità da vento e sole che dal gas”. Ora la priorità è scalare queste innovazioni e puntare “a produrre e importare 20 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile ogni anno nell’Ue entro il 2030 “.