Bruxelles – Un emiciclo di 720 seggi parlamentari, invece degli attuali 705 a partire dalle prossime elezioni che europee che si terranno dal 6 al 9 giugno in tutta l’Unione europea. L’Europarlamento riunito in sessione plenaria a Strasburgo ha approvato con 515 voti favorevoli, 74 contrari e 44 astensioni la decisione del Consiglio di aumentare il numero dei seggi al Parlamento europeo per la prossima legislatura, portandoli dagli attuali 705 a 720.
A fine luglio, gli ambasciatori dei 27 Stati membri dell’Ue al Coreper hanno approvato, senza dibattito, una proposta di compromesso della presidenza del Consiglio Ue spagnola sulla nuova composizione del Parlamento europeo di Strasburgo, che si basava sulla proposta iniziale del Parlamento europeo di una camera da 716 seggi. La proposta spagnola, ora confermata dall’Eurocamera, ha suggerito di dare due seggi in più alla Francia (81 invece di 79), Spagna (61 invece di 59) e Paesi Bassi (31 invece di 29), uno a testa per Polonia (53, da 52), Belgio (22, da 21), Lettonia (9, invece 8), Austria (20, da 19), Danimarca (15, da 14), Finlandia (15, da 14), Irlanda (14 da 13), Slovacchia (15 da 14) e Slovenia (9 da 8).
A beneficiarne, dunque, saranno 12 Stati membri su 27, e l’Italia non sarà tra questi. Resterà comunque il terzo Paese per numero di seggi (che vengono assegnati con il criterio della grandezza della popolazione) con 76 seggi, dopo la Germania (96 eurodeputati) e la Francia (che salirà a quota 81 seggi con le attuali modifiche).
Le elezioni per la decima legislatura europea si terranno nella finestra legislativa che andrà dal 6 al 9 giugno 2024 in tutti Stati membri, nei quali il tradizionale giorno di votazione varia tra il giovedì e la domenica. Come ricorda l’Eurocamera, la composizione del Parlamento viene ripensata prima di ogni elezione, in linea con i principi stabiliti dai Trattati su cui l’Ue si fonda (che stabiliscono un massimo di 750 eurodeputati più il presidente, non meno di 6 e non più di 96 seggi per ogni Paese dell’UE e il principio della “proporzionalità decrescente”), e sulla base dei dati demografici più recenti.