Bruxelles – L’Unione “solidale” si stringe attorno alla Grecia e, come già promesso a Italia e Slovenia, è pronta a sostenerla anche e soprattutto a livello finanziario per la ripresa e la ricostruzione post-disastri naturali. “L’Unione Europea è al fianco della popolazione greca e voglio che i cittadini sappiano che siamo con loro”, è il messaggio arrivato questa mattina (12 settembre), dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, al termine dell’incontro con il primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis: “È stato importante per noi incontrarci, grazie per essere venuto a discutere insieme a ministri e commissari della solidarietà”.
Un incontro avvenuto a margine della sessione plenaria del Parlamento Ue a Strasburgo – dove domani (13 settembre) la presidente von der Leyen rivolgerà il suo annuale discorso sullo Stato dell’Unione. Al centro delle discussioni il livello di devastazione dopo gli incendi (nel nord-est del Paese) e le alluvioni (in Tessaglia) che hanno colpito la Grecia nelle ultime settimane e giorni, ma soprattutto quanto potrà essere mobilitato sul piano finanziario dall’Unione per aiutare un suo membro in grave difficoltà. “Abbiamo parlato dei modi migliori per aiutare il popolo greco, molti investimenti sono necessari per la ricostruzione, ma è anche necessario supporto immediato per la ripresa”, ha avvertito von der Leyen, annunciando con forza il suo messaggio: “La Commissione Europea sarà ingegnosa, veloce e flessibile, mobiliteremo tutte le risorse che possono essere messe in campo“.
E allora è necessario considerare quali sono queste risorse che potranno essere mobilitate da Bruxelles. Cinque pilastri in totale, divisi in due: quelli per la ripresa immediata negli ultimi mesi del 2023 e quelli per la ricostruzione di medio-lungo termine che potranno essere disponibili dal 2024. Il primo strumento è rappresento dai “soldi non spesi dei fondi di Coesione dell’ultimo periodo [2014-2020, ndr], che altrimenti andrebbero persi”, a cui si affiancano “parte dei fondi di Coesione correnti” da riprogrammare. Il secondo è il Fondo sociale europeo Plus (Fse+): “Sono soldi a rischio di essere perduti e possono essere mobilitati quest’anno”. Terzo, “la Politica agricola comune gioca un ruolo importante”, dal momento in cui ci sono “due fondi non utilizzati del programma precedente” oltre “ai fondi correnti del piano strategico greco ed esamineremo la riserva agricola per il prossimo anno”. Questi tre strumenti da attivare subito potranno portare a un supporto finanziario complessivo per il 2023 pari a 2,25 miliardi di euro, come specificato dalla stessa presidente von der Leyen.
Non vanno poi dimenticati il quarto e il quinto strumento finanziario. “La Grecia può considerare di usare alcune delle risorse del Next Generation Eu“, anche se sarà necessaria “flessibilità, perché la richiesta di revisione è appena stata presentata”. E poi c’è il nodo del Fondo di solidarietà europeo, il dispositivo che permette di mobilitare fino a 500 milioni di euro all’anno (oltre ai fondi non spesi dell’anno precedente) per coprire parte dei costi per la ricostruzione. “La Commissione valuterà la richiesta della Grecia“, ha anticipato la leader dell’esecutivo Ue, avvertendo però che “è importante che gli Stati membri approvino la proposta di aumentare il budget del Fondo di solidarietà”. Solo se questo accadrà, “altri 400 milioni di euro” potranno arrivare nel 2024″.
Si tratta di un punto molto delicato, considerato l’aumento dell’incidenza dei disastri naturali e delle richieste dei Paesi membri di attingere alle risorse di un fondo che negli ultimi mesi dell’anno arriva sempre all’esaurimento. Il budget del 2023 sarà quasi completamente assorbito da tre disastri naturali in Italia e Romania (nel 2022) e Turchia (a febbraio 2023) e si prevede che rimarranno solo 42 milioni su 500 disponibili. Per il 2024 sono già in ballo le richieste dell’Italia per le alluvioni in Emilia-Romagna e quella della Slovenia per le inondazioni di inizio agosto. Ecco perché anche il Parlamento Europeo ha rivolto un appello per aumentare il budget del Fondo di solidarietà ad almeno un miliardo l’anno.
L’estate di disastri naturali in Grecia
A spiegare la portata delle devastazioni “di proporzioni storiche” in Grecia è stato lo stesso premier Mitsotakis, nel punto stampa a Strasburgo insieme alla presidente von der Leyen: “L’incendio nella regioni di Evros è il più vasto mai registrato in Europa e poi, come se non fosse abbastanza, siamo stati colpiti dalla tempesta Daniel, la più potente della nostra storia e forse anche in Europa“. Il leader greco ha ringraziato la numero uno della Commissione Ue per la “velocità di risposta alla richiesta di incontro”, arrivata domenica (10 settembre) con una lettera al Berlaymont: “Abbiamo discusso in modo molto costruttivo del supporto Ue in un momento così difficile”.
Dallo scorso 5 settembre è attivo il monitoraggio satellitare Copernicus per delineare gli sviluppi dell’alluvione che ha colpito la pianura della Tessaglia dopo il passaggio della tempesta Daniel, in particolare nell’area di Larissa (già luogo di un disastro, quello ferroviario dello scorso 28 febbraio). L’area alluvionata ha superato i 72 mila ettari dopo lo straripamento del fiume Pinios, le vittime accertate sono 15 e i danni economici stimati sono sui 2,5 miliardi di euro.
Ma prima delle inondazioni, in Grecia ci sono stati gli incendi, che hanno costretto Atene ad attivare per due volte in un mese – tra metà luglio e metà agosto – il Meccanismo di protezione civile dell’Ue. La prima richiesta era arrivata il 19 luglio per affrontare i roghi che hanno colpito l’Attica e le isole dell’Egeo, e che avevano comportato l’evacuazione di migliaia di persone dalle isole di Rodi, Corfù ed Eubea dopo la morte di sette persone e più di 70 feriti. La seconda richiesta è datata invece 20 agosto, di fronte agli incendi nella regione di Alexandroupolis-Feres divenuti in pochi giorni i più vasti mai registrati sul territorio comunitario da quando nel 2000 sono iniziate le rilevazioni del Sistema europeo di informazione sugli incendi boschivi (Effis), la sezione dedicata del servizio di gestione delle emergenze (Ems) del programma Copernicus. Questa mattina alla plenaria dell’Eurocamera il commissario per la Gestione delle crisi, Janez Lenarčič, ha reso noto che la superficie totale bruciata è di quasi 100 mila ettari.