Bruxelles – La corsa alla solidarietà verso il Marocco, in ginocchio dopo il disastroso terremoto dell’8 settembre, sbatte contro le reticenze di Rabat. In questa prima fase d’emergenza, il regno di Mohammed VI ha deciso di accettare solamente gli aiuti offerti da Spagna, Regno Unito, Emirati Arabi e Qatar. Tutti gli altri, per ora, rispediti al mittente, perché – come spiegato in una nota dal ministero degli Interni marocchino – “la mancanza di coordinamento in tali situazioni potrebbe essere controproducente”.
Dalla Commissione europea fanno sapere che “al momento non abbiamo ricevuto alcuna richiesta di attivazione del meccanismo di protezione civile Ue“, strumento che permette la mobilitazione di assistenza operativa dagli Stati membri e che è accessibile a qualsiasi Paese nel mondo – dal 2001 a oggi è stato attivato più di 650 volte all’interno e all’esterno dell’Unione europea -. “Abbiamo seguito da vicino la situazione attraverso il Centro di coordinamento di risposta alle emergenze (Ercc) e abbiamo contattato immediatamente le autorità marocchine per offrire assistenza sul campo”, ha confermato Balazs Ujvari, portavoce dell’esecutivo comunitario. Ma Rabat, dopo aver “effettuato una valutazione precisa delle esigenze sul campo”, ha declinato.
Intanto però il bilancio del terremoto di magnitudo 6,8 che ha colpito il Paese venerdì notte si aggrava di ora in ora. Gli ultimi dati forniti dalle autorità marocchine raccontano di 2.497 morti e 2.476 feriti, ma ci sono migliaia di dispersi e nei piccoli centri abitati sulle montagne dell’Atlante i soccorsi sono arrivati più di 48 ore dopo il sisma. Un ruolo fondamentale nelle operazioni di soccorso e nella distribuzione di aiuti umanitari lo sta svolgendo la Mezzaluna rossa marocchina, per cui l’Ue ha già sbloccato “un primo finanziamento di un milione di euro”. Bruxelles ha inoltre attivato, già dalle prime ore dopo la tragedia, il sistema satellitare Copernicus per fornire alle autorità marocchine immagini in alta qualità utili a individuare le zone più colpite. Il commissario per la Gestione delle crisi, Janez Lenarčič, ha ribadito in ogni caso che “l’Unione europea resta pronta a supportare il Marocco in tutti i modi necessari”.
Rabat, incalzata dai partner internazionali sul sorprendente rifiuto di ulteriore supporto, ha chiarito che non esclude di ricorrere all’aiuto ad altri Paesi, se necessario: “Con l’avanzamento delle operazioni di intervento, la valutazione dei possibili bisogni potrebbe evolversi, il che consentirebbe di sfruttare le offerte di sostegno presentate da altri Paesi amici, secondo le esigenze specifiche di ogni fase”, si legge ancora nella nota del ministero.